Il Veneto mette
in mora lo Stato sulla questione delle scuole paritarie per l'infanzia,
che costituiscono il 68 per cento del totale presente nel territorio
regionale rispetto al 32 per cento di scuole pubbliche.
La Giunta regionale, su iniziativa dello stesso presidente Luca Zaia
che l'aveva preannunciata all'incontro organizzato in novembre dalla
Conferenza Episcopale del Triveneto, ha infatti dato incarico alle
competenti strutture dell'analisi giuridica della normativa in materia,
con lo scopo di individuare eventuali profili di illegittimita'
costituzionale poter ricorrere avanti la Corte Costituzionale nei
confronti dello Stato contro la Legge di stabilita' 2012.
L'eventuale ricorso alla Corte Costituzionale sara' patrocinato dal
professor Mario Bertolissi dell'Universita' di
Padova.
''La scuola dell'infanzia - ha sottolineato Zaia - costituisce
una tappa fondamentale nel percorso formativo dei bambini e svolge un
importante ruolo di supporto alle famiglie. In Veneto, a differenza di
altre Regioni, questo ruolo essenziale e' svolto da 1.183 scuole
paritarie con ben 94.500 alunni, mentre gli istituti statali accolgono
45 mila frequentanti. La consistenza dei dati e il fatto che in molte
zone della regione non c'e' alternativa alla scuola paritaria, pone la
questione del rispetto del principio di parita' di trattamento delle
famiglie venete in riferimento al principio sulla parita' di accesso al
diritto allo studio garantito dalla Costituzione''.
''Le nostre scuole dell'infanzia paritarie, inoltre, hanno registrato
negli ultimi anni un grave stato di sofferenza finanziaria - ha
aggiunto Luca Zaia - e denunciano evidenti sperequazioni rispetto alle
scuole dell'infanzia statali: a fronte di 3200 euro pro capite di media
nazionale, il Veneto riceve solo 1900 euro, come se il servizio
garantito dalla Regione Veneto fosse erogato con un costo pari a circa
la meta' di quello fornito dallo Stato. Per contro, il dato contabile
della quota pro capite risulta nettamente antitetico rispetto alla
qualita' ed efficienza del servizio erogato ai piccoli, nonche'
all'efficienza del sistema veneto. A fronte di questa situazione, la
Legge statale di stabilita' autorizza ''la spesa di 242 milioni di euro
per l'anno 2012'' ma, anziche' definire compiutamente le finalita'
dell'impegno finanziario, fa riferimento ad una norma dichiarata
incostituzionale dalla Consulta nel 2006 - ha concluso il presidente
del Veneto - ponendo una concreta ipoteca sull'effettiva attuabilita'
della disposizione di cui si tratta''. (ASCA)
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