La valutazione, come
fattore imprescindibile per attivare qualunque processo di
miglioramento sia nella scuola che nell’università, è stata il tema del
convegno “L'avvio del sistema di valutazione in Italia come fattore di
miglioramento e di sviluppo”, tenuto oggi a Roma, presso la sede del
Cnr.
La giornata ha visto la partecipazione del Direttore dell’Educazione
OCSE Barbara Ischinger, del Direttore CERI/OCSE Dirk Van Damme, della
Banca d’Italia, dell’Associazione TreeLLLe e della Fondazione per la
Scuola della Compagnia di S. Paolo.
In occasione dei lavori sono stati presentati i risultati di
“Valorizza”, il progetto sperimentale dedicato alla valutazione
dell’attività dei docenti delle scuole di ogni ordine e grado, che ha
coinvolto 33 istituti di Piemonte, Lombardia e Campania, per
individuare e valorizzare gli insegnanti che si sono distinti per un
generale
apprezzamento.
La centralità della valutazione è oggi una questione ineludibile, come
dimostrano i quesiti che la Commissione Europea ha posto al Governo
Italiano in tema d’istruzione, in occasione della Richiesta di
chiarimenti sulle misure da intraprendere dal Paese per superare le
attuali difficoltà economiche: “Quali caratteristiche avrà il programma
di ristrutturazione delle singole scuole che hanno ottenuto risultati
insoddisfacenti?” e “Come intende il governo valorizzare il ruolo degli
insegnanti nelle singole scuole?”.
Nel suo intervento, il ministro Francesco Profumo ha sottolineato: “la
valutazione, centrale in ogni processo di cambiamento, non deve essere
vista come un atto ‘sanzionatorio’ nei confronti dei docenti, ma in
funzione di un miglioramento della qualità della scuola, tramite prove
strutturate e standardizzate, che consentano confronti tra i risultati.
Analogamente - ha proseguito il ministro - attraverso la valutazione,
le scuole potranno esprimere pienamente la propria autonomia
responsabile tramite la trasparenza del proprio operato, in linea con
le migliori esperienze internazionali. Questo processo va inserito in
un contesto più ampio, che contempli l’intero orizzonte della ‘smart
city’, cioè di una città in cui i servizi ai cittadini siano
accessibili, trasparenti, condivisi.
Pertanto, il Miur renderà disponibili i dati in possesso del proprio
sistema informativo, mentre lascerà alle scuole, nella loro autonomia,
la diffusione dei risultati sulle valutazioni degli apprendimenti e
dell’offerta formativa.
In questa prospettiva sarà altrettanto importante che la scuola entri a
pieno diritto nell’innovazione del sistema Paese, adeguandosi alle
esigenze educative delle nuove generazioni di studenti, che ci chiedono
competenze digitali, linguistiche, organizzative e logiche all’insegna
della massima flessibilità cognitiva. Una sfida che questo governo ha
intenzione di intraprendere”. (da Uff.Stampa Miur)