I segni
della drammatica continuità sono evidenti. A far da scorta a Profumo,
in un governo che sulla scuola è dichiaratamente schierato su posizioni
gelminiane, ecco Elena Ugolini e Marco Rossi-Doria, il filo rosso tra
l'inizio e la fine della tragedia che sembra ormai consumata. Chi ha
memoria ricorda ma, se non fosse così, i percorsi parlano da soli.
Nel 1998 Elena Ugolini fu chiamata a far parte della "Commissione dei
saggi" voluta dall'allora ministro Luigi Berlinguer, un esponente di
primo piano di quella sinistra che, prima di giungere al "Partito
Democratico", ha attraversato tutte le possibili trasformazioni del
panorama zoologico e ortofrutticolo dell'Italia politica. Il cambio
della guardia con la destra non riguardò la Ugolini. Prova vivente
della profonda sintonia di vedute e d'intenti tra i "contrapposti"
schieramenti d'uno spurio bipolarismo, nel luglio 2001, eccola pronta
per il neo-ministro Moratti, che subito la inserì nel ristretto gruppo
di lavoro, incaricato di predisporre gli indirizzi per una valutazione
del sistema scolastico italiano.
Per suo conto, intanto, Marco Rossi-Doria, già nominato "primo maestro
di strada d'Italia" dall'ineffabile Berlinguer, aveva ideato in quegli
anni il "progetto Chance", che costò un patrimonio al dissestato Comune
di Napoli e lasciò le cose così com'erano prima.
Al pari della Ugolini, negli anni del disastro Marco Rossi-Doria
è entrato e uscito da ogni Commissione creata ad arte per vendere fumo
e piegare la scuola alle scelte ideologiche di governi sempre più servi
del pensiero neoliberista. Dopo la "Commissione per la Riforma dei
cicli di istruzione", in cui lo ficcò da sinistra Tullio De Mauro,
Rossi-Doria passò con grande disinvoltura alla "Commissione di studio
per un Codice deontologico degli insegnanti", voluto questa volta dalla
destra, rappresentata dal ministro Moratti. Nell'Italia che correva a
ruota libera verso lo sfascio, i due facevano il loro viaggio personale
nella stessa direzione, su strade parallele, ma evidentemente destinate
a incrociarsi. Elena Ugolini sul treno della "Valutazione" che nel 2002
la condusse al "Comitato tecnico scientifico dell'Istituto Nazionale
per la Valutazione del Sistema Scolastico" (il contestato INVALSI) ai
cui vertici si trovò quando l'Istituto divenne "Ente autonomo di
ricerca". Con la "sinistra" del ministro Fioroni e il suo famigerato
"giravite", nel 2007 Ugolini e Rossi-Doria indossano finalmente la
stessa casacca. La scuola ormai agonizza ma, imperturbabile, la Ugolini
accetta la nomina del ministro Fioroni e diventa commissario
straordinario dell'INVALSI. In quanto a Rossi-Doria, passato da Moratti
a Fioroni, eccolo in una nuova "Commissione nazionale"; stavolta di
occupa delle competenze e dei saperi relativi all'elevamento
dell'obbligo di istruzione a 16 anni. La bufera Gelmini qualcosa di
nuovo pare mostrare e mentre parte il colpo di grazia salutato da un
tripudiante Berlinguer, nell'ottobre 2008, forse perché considerato
inadatto a gestire la "soluzione finale", Rossi-Doria resta a casa,
mentre Elena Ugolini è confermata all'Invalsi. La separazione, però, è
destinata a essere breve. Monti, infatti, che non starebbe in piedi se
non contentasse Bersani e Berlusconi, ha fatto finalmente il grande
gesto ed eccoli sottosegretari. La scuola, intanto, ridotta in sala
rianimazione, se ne sta inerte. Messa in liquidazione, attende la
ricetta dei medici che l'hanno curata. Vada come vada, il fallimento è
sotto gli occhi di tutti.
Giuseppe Aragno