Sciarpe, guanti,
coperte e borse dell'acqua calda in classe. Sono le contromisure che
una trentina di studentesse della 4° A del Liceo Bocchi di Adria
(Rovigo), che hanno deciso di scioperare per il freddo che si soffre
all'interno della scuola. Le ragazze hanno protestato per alcune
ore con un significativo cartello("Situazione agghiacciante"), nel
cortile interno delle Magistrali. Lo scrive oggi il
Gazzettino.
«Ci sentiamo prese in giro - commentano le ragazze all'unisono -. Noi
che apparteniamo al vecchio ordinamento, pre-riforma Gelmini, siamo
costrette a fare lezione per sei ore di fila in un classe esposta su
tre lati, con termosifoni sotto finestre con infissi che fanno passare
ventate di spifferi gelidi. Lunedì alle 8 avevamo 13 gradi e ci hanno
fatto cambiare aula. Solo in seguito la temperatura è salita a 16.3 ma
alle 11, per un discorso di risparmio energetico, i termosifoni sono
stati spenti e la nostra aula è ripiombata nel gelo».
Si sentono prese in giro le ragazze. «Qui ci sono molte cose che non
vanno. Anche la carta igienica e il sapone sono un lusso. Siamo qui a
protestare da ore, ma non si è fatto vivo nessuno. E poi si parla di
scuola di qualità». I ragazzi, tramite i genitori, avrebbero
indirizzato alcune settimane fa una lettera al dirigente scolastico
Antonio Lodo. «Ci hanno riferito che quella lettera non è mai arrivata.
Strano. Tempo fa c'è stata un’ispezione del preside accompagnato da 5
ispettori. Casualmente quel giorno c'erano 19 gradi, ma se noi abbiamo
quella temperatura in aula le altre classi, soprattutto quelle al piano
terra, sono costrette a tenere le finestre aperte».
Secondo loro una controsoffittatura o un ulteriore termosifone, in una
parete libera, potrebbero risolvere o mitigare il problema. «Avevamo
appeso un cartello con su scritto "Benvenuti al Polo Nord" e ce lo
hanno fatto togliere quel giorno». Ora cosa farete? «Stamane ci è stato
riferito che la temperatura è salita a 19 gradi, ma come si può vedere
le finestre a piano terra sono aperte. Vuol dire che hanno alzato il
termostato. Per non far congelare noi, arrostiscono gli altri. Non
vogliamo entrare: una volta dentro, non possiamo più uscire. Il fatto
che siamo qua dimostra la nostra buona volontà. Siamo unite nelle
protesta, che continueremo finché qualcuno non si degnerà di valutare
la nostra situazione». (da http://www.leggo.it)
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