Il
fenomeno delle bambine che diventano madri in Sierra Leone non si
arresta. Tra abusi e matrimoni combinati, secondo uno studio Unicef, il
31% delle bambine che vivono nelle aree rurali sono costrette a
sposarsi prima di compiere 15 anni - una percentuale che sale al 68% se
si considerano le ragazze non ancora maggiorenni - e e circa il 40%
partorisce prima dei 18 anni, in un paese in cui ogni 100mila parti
muoiono circa 2100 donne. E secondo il ministro degli Affari sociali le
gravidanze precoci e gli aborti sono in
aumento.
Così un consiglio del distretto di Bo, seconda città del Paese, ha
deciso di sostenere economicamente le studentesse che si impegnano a
rimanere vergini fino alla fine della scuola secondaria. "Vogliamo
essere sicuri che almeno l’80% delle studentesse rimanga vergine fino
alla fine della scuola", ha spiegato Mathieu Margao, presidente del
distretto, "Per questo abbiamo messo a punto un programma per aiutare
le ragazze che restano vergini fino alla fine degli studi superiori o
universitari. Del personale medico femminile verificherà regolarmente
la situazione", ha aggiunto. In questo modo Margao spera non solo di
evitare il rischio di una gravidanza precoce, ma soprattutto di
aumentare il numero di donne istruite nel Paese.
Il progetto non è piaciuto però ai genitori, né ad alcune
organizzazioni non lucratice locali in difesa dei diritti umani.
Abibatu Mansarai, segretario di una Ong locale per i diritti delle
donne, ritiene che il provvedimento sia "un limite sui diritti della
donna, non penso che sia la soluzione giusta per attirare l’attenzione
sulle gravidanze precoci". (di Clarissa Gigante da
http://www.ilgiornale.it)
redazione@aetnanet.org