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Umanistiche: Aspettiamo alla prova dei fatti il governo Monti. Intanto si è aperta una nuova prospettiva

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Ad eccezione di SEL e della Lega, i pareri sono stati di apprezzamento, più o meno incondizionato, di pronunciamenti di “vigile” attesa, con riserva di singole valutazioni, secondo le circostanze, sia da parte dei partiti che delle forze sociali. Bisogna dare atto al senatore Monti (ora presidente del Consiglio dei ministri) di almeno due cose. Primo, che ha coinvolto nei colloqui la più vasta, mai vista, rappresentanza popolare. Secondo, che, accettando l’incarico, ha dimostrato coraggio da vendere: ha ereditato una situazione economico-finanziaria che il definirla catastrofica è riduttivo. Io addirittura lo definirei un temerario, poiché spetterà a lui e al suo governo varare le necessarie leggi “sgradite” e “impopolari”, leggi che chi lo ha preceduto non ha avuto la determinazione e la forza di attuare: per la ridicola e menzognera espressione di “non voler mettere le mani nelle tasche degli italiani”; d’altronde, non si era nemmeno reso conto che eravamo sull’orlo del baratro, dove, infatti, stavamo per precipitare. Mentre l’istruzione, la cultura e la ricerca scientifica sono già precipitate a causa del ministro dei neutrini che corrono dentro un tunnel di 730 chilometri da Ginevra al Gran Sasso.
Mi astengo dal criticare le tante, troppe, scontate battute rivolte a Monti. Per esempio, sul numero sproporzionato dei gruppi parlamentari convocati, uno degli sciocchi ha subito ironizzato con un’infelice battuta: perché non convocava tutti gli italiani? Oppure, sul cognome Profumo che diventa piccante se si abbina a Passera; sulla speranza che Di Pietro, tra tanti professori, impari la lingua italiana; sul risparmio, perché, grazie a Napolitano, da Tre-monti siamo calati a uno solo; sulla speculazione, che se il governo fosse caduto per mano dei militari, si sarebbe parlato di golpe, ma siccome è stata opera del Capo dello Stato, si definisce governo tecnico. Insomma, tantissime battute, alcune garbate, altre meno, certune addirittura sgangherate.
E’ da incorniciare l’espressione dell’ex premier, il cosiddetto B., il quale, dissimulando stizza e irritazione, si è comportato da perfetto anfitrione col suo successore, elargendo sorrisi, saluti e strette di mano. Si è profuso in parole di apprezzamento, stima e disponibilità; ma, per non sconfessarsi, si è prontamente smentito, dicendo che la democrazia è sospesa, che la spina si può sempre staccare. Ancora una volta, manifestando la sua indole padronale, ha avuto parole di elogio per Napolitano, definendolo “la maestra che evidenzia in rosso gli errori”: insomma, un estratto di garbo e rispetto. Ammettendo implicitamente che Napolitano era “la maestra che evidenziava in rosso gli errori”, e che lui, il B., era l’alunno che li commetteva.
Purtroppo a questa voce, scontata, se ne aggiungono altre. In parecchie città si scende in piazza per manifestare contro il governo, addirittura prima che Monti abbia illustrato il programma. Da encomiare il comportamento maturo e responsabile dei manifestanti, i quali hanno isolato i facinorosi che, indossando il casco integrale, nascondevano la propria identità.
Anche in alcuni siti, giornali, Tv, ecc., si attacca il governo, si sente gente che, persuasa di presumere le mosse politiche, addirittura lo anticipa criticandolo. Insomma, in Italia siamo diventati tutti veggenti e profeti. Ci si arroga il diritto di condannare chi non ha ancora commesso un reato. Questa è la disfatta della democrazia, la sua usurpazione, la sua tomba. E’ strano che le critiche provengano maggiormente dalle due fazioni estreme e opposte della politica.
D’accordo che è il governo dei banchieri, della categoria accusata di avere innescato il circolo vizioso. Tra le possibilità, credo che quella dell’attuale governo sia la preferibile e meno pericolosa. Andare alle elezioni poteva essere la soluzione più democratica e appropriata, ma con i templi biblici necessari per la loro indizione… altro che Grecia! Si può obiettare certamente che non è un governo di giovani, l’età media è di 63 anni, il premier ne ha 68 e chi ha voluto questo governo ne ha appena 86, ma considerata la situazione, occorreva gente di sicura e provata esperienza. Contestino pure che le donne sono solo tre, ma  reggono dicasteri importanti. Capisco le critiche e le disapprovazioni dei fautori dell’ex premier, ma l’atteggiamento degli altri no, assolutamente.
Temo che, malauguratamente, non ci si renda conto che il loro “dissennato” comportamento indebolisca pericolosamente l’affidabilità e l’attendibilità del governo, con tutti i rischi che ciò comporta. Fanno inavvertitamente il gioco del cavaliere, che sarà pronto a cavalcare i segnali di malcontento e d’intolleranza, perché egli dice che ancora non è finito il tempo del suo cavalcare, ed ha poca importanza se il quadrupede sia un asino. Lui dice che ha i mezzi per risorgere ancora, più forte. C’è il concreto rischio che la gente, indottrinata dai mass media di sua proprietà, spudoratamente di parte, lo rimpianga. Già, è riuscito a rimbecillire (eufemismo) tanti giovani, e non solo quelli, tirati su, invece che con pane, burro e marmellata, a pane amici e grande fratello, giovani che spasimano dinanzi la Tv, mentre i genitori si angosciano per i dilemmi di uomini e donne. E’ un imbonitore nato, un menzognero da zibaldone. Vedi il discorso fatto a Lampedusa, dove, invece di programmare interventi e aiuti, si è prodotto nella vanteria da miliardario d’avere acquistato una villa: ed ha ben poco importanza se si sia trattato di una villa fantasma. Lo conosciamo bene, dice di tutto, poi, ritrattando, dice l’esatto contrario.
Immaginatevi una nuova girandola di bunga bunga, le distruttive “innovazioni” del sistema scolastico e i neutrini della Gelmini, l’inconsapevole e distratto Scajola, la cordialità e la disponibilità di Brunetta ad ascoltare le contestazioni dei precari, la seduzione e il fascino che ispirano La Russa e Gasparri, la grazia e il garbo della Mussolini e della Santanchè, la piacevole cortesia e la finezza di Sgarbi in Tv!
Riflettiamoci bene, la situazione è seria e grave, quindi occorrono prudenza e accortezza, sbagliare è facile, rimediare può essere difficile. Mettiamo alla prova il governo del neo senatore a vita Monti, aspettiamo le sue mosse, e se non soddisfatti, ci sarà il costituzionale legittimo diritto di contestare, di manifestare e, se sarà il caso, di mandarlo a casa; tanto i governi, come i pannolini dei lattanti, dopo un po’ e al momento opportuno, vanno cambiati per “l’identico motivo”.

Umberto Tazzer
umbertazzer@hotmail.it








Postato il Sabato, 19 novembre 2011 ore 07:02:54 CET di Pasquale Almirante
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