Armando Spataro
è uno dei magistrati, oggi, più conosciuti nel nostro paese,
procuratore aggiunto a Milano ha fatto parte, nominato da Saverio
Borrelli, del pool di ”MANI PULITE”. In magistratura dal 1975 ha svolto
tutta la sua carriera a Milano, coordinatore del gruppo specializzato
nella lotta al terrorismo, ex segretario del Movimento della Giustizia,
membro dal 1998 del CSM, si è occupato a lungo del terrorismo delle
brigate rosse e di quello internazionale del fondamentalismo islamico,
si è interessato anche di mafia di ‘ndrangheta dando vita ad
inchieste, su questi vari fronti, di grande delicatezza e importanza.
Presentazione giovedì 26 al Cinema Margherita di Acireale dell’ultimo
libro di Armando Spataro “ Ne valeva la pena. Storie di terrorismo e
mafie, di segreti di stato e di giustizia offesa“ che vede in sala la
presenza dell’autore, di due relatori di livello: l’Avv. Enzo
Mellia e il Dott. Costanzo della procura generale di Catania e di molti
spettatori richiamati dalla fama del magistrato scrittore e dall’enorme
eco sollevato da questa pubblicazione che ha suscitato discussioni e
polemiche senza fine.
Personaggio schietto, dalle battute taglienti e dall’assoluta linearità
ha fatto della coerenza la bandiera del suo lavoro e della sua vita
dimostrando, nonostante le situazioni controverse in cui si è
imbattuto, un’indipendenza di giudizio, virtù rara nel nostro
paese,veramente straordinaria.
E’ stato spesso nell’occhio del ciclone per la rilevanza dell’indagine
affidatagli nel corso di trent’anni e più di inchieste, esercitando il
difficile mestiere del giudice da personaggio scomodo e senza timori
riverenziali.
In questa sua autobiografia condotta sul filo del ricordo di buona
parte della propria vita, ripercorre momenti cruciali della storia del
nostro paese, un’Italia dalle troppe parole e dai troppi segreti, dove
parla di noi spesso spacconi e intransigenti o smemorati e indulgenti.
Nel suo racconto, non si limita al suo lavoro di magistrato fatto solo
di sentenze, catture e pandette, ma volge il suo sguardo pietoso
al nostro paese, cercando di coglierne le inquietudini e le speranze,
le utopie e le disillusioni, il tutto vissuto con una disperata
normalità sorretta da chi è guidato solo dal senso del dovere e di
responsabilità.
Negli anni di piombo, quando tanti pensavano che dietro il lavoro dei
giudici ci fosse un giudizio precostituito o l’autoritarismo di uno
stato conservatore e reazionario A. Spataro ha considerato la
Costituzione come la linfa vitale della vita democratica del nostro
paese, la guida sicura a cui bisogna ispirarsi sempre tutti: cittadini,
burocrati, giudici e politici. Per questo, né il trascorrere degli
anni, né il mutamento delle situazioni lo fanno desistere nel giudicare
la nostra costituzione come la stella polare della vita nostra civile,
senza la quale ci sarebbe la fine della democrazia, per questo cerca di
difenderla oggi dalle leggi “ad personam” e dalle ultime controriforme,
che tra silenzi imprevedibili, potrebbero devastare il nostro sistema
giudiziario.
La perdita di un amico carissimo, come quella di Guido Galli,
assassinato mentre andava alla facoltà di legge per fare la sua
lezione e l’assassino di Walter Tobagi non sono in questa autobiografia
delle pagine di cronaca nera, ma una memoria viva e palpitante
raccontata con pathos, specialmente quando descrive la sua corsa per
percorrere la strada che lo separava dal punto in cui giaceva Guido in
una pozza di sangue con il codice ancora vicino alla sua mano.
Queste morti le possiamo attribuire a quella temperie
tipica degli anni di piombo, anni strani, confusi paradossali, che
vedono A. Spataro accusato dalla stampa della sinistra radicale o
rivoluzionaria di essere “ il deus ex machina” di tutte le inchieste
sul terrorismo rosso, il nemico da combattere.
Uno dei fili conduttori del libro sono le varie inchieste che conduce
da quelle sul terrorismo e sulla criminalità organizzata a quelle sul
rapimento da parte dei servizi americani e italiani di Abu Omar,
sequestrato e poi torturato che lo vedono sempre un giudice
intransigente che vuole solo applicare la legge e i suoi principi e che
cerca di difendere a tutti i costi quel equilibrio tra i poteri che è
alla base della democrazia.
lagana.filippo@email.it