A gennaio,
se nulla osta, dovrebbero partire i Tfa, Tirocini formativi attivi, che
consentirebbero l'accesso all'insegnamento per i neolaureati, cosi come
prevede la legge sulla formazione iniziale dei docenti. I sindacati
comunicano che sarebbero 5.100 circa i posti per i corsi di laurea in
scienza della formazione primaria, in numero inferiore pare rispetto a
quelli previsti; per quanto riguarda il primo grado i posti sarebbero
2.490 (lauree abilitanti) e 4.600 circa per i TFA. “Nel secondo grado
l’offerta prevede l’avvio dei soli TFA, sulla base del vigente
ordinamento, mentre i corsi di laurea magistrali abilitanti potranno
partire solo dopo il riordino delle classi di concorso, per cui si
prevede un iter ancora lungo con circa 6000 posti disponibili ogni
anno, per il primo anno collocabili su circa trentacinque classi di
concorso.” Si attende dunque che il Miur emani i decreti autorizzativi
per consentire alle Università di selezionare gli aspiranti con un
preesame al quale dovrebbero partecipare anche coloro che stanno
insegnando da precari ma non hanno il titolo abilitante, con una
procedura bizzarra perchè se da un lato lo Stato li ha chiamati a
tappare i buchi, affidando loro delle classe anche per alcuni anni, ma
lasciandoli nel guado, dall'altro sta ora chiedendo un tirocinio che
loro hanno ampiamente svolto sul campo. Come se non bastasse rimangono
perplessità sull'effettivo fabbisogno di docenti dal momento che il
Governo ha bloccato i pensionamenti per i prossimi due anni, sta
giocando al rigonfio delle classi dove si ritrovano fin'oltre 35 alunni
e il riordino della Gelmini macina ore nelle scuole di ogni ordine e
grado, mentre le graduatorie a esaurimento scoppiano di professori in
attesa di sistemazione. E' comprensibile che si voglia dare speranza ai
nuovi laureati ma non è comprensibile che si lascino a marcire docenti,
con tanto di titolo e di abilitazione, legati nelle liste di attesa,
considerando pure che le cattedre di molte discipline diminuiscono.
Ancora più ingarbugliata e oscura appare poi la posizione di coloro che
lo Stato ha abilitato (formazione primaria e corsi Bifordoc-srumento
musicale) ma che non ha incluso colpevolmente nelle GaE, mentre le Afam
continuano a implementare corsi di formazione all'insegnamento di II
livello incentivando attese per la stabilizzazione. In effetti ciò che
si chiede al ministero è di fare chiarezza sull'avvenire sia degli
oltre 250mila precari e sia sulle sue intenzioni per le nuove leve
anche perchè non è più tollerabile il sibilo dell'incertezza su fronti
tanto sensibili. Per inciso aggiungiamo che da qualche parte si spinge
affinchè il Miur trasformi le graduatorie da provinciali in nazionali
in modo da distribuire con più razionalità le poche cattedre ormai
disponibili.
Pasquale
Almirante - La Sicilia del 06 novembre 2011