Lettere in redazione
Mi è pervenuta da una docente che ha partecipato al concorso per
dirigenti scolastici, risultando non idonea dopo la prova preselettiva,
la seguente lettera indirizzata al presidente nazionale dell’ANP.
Ritenendo che possa apportare ulteriori elementi utili al dibattito che
si sta svolgendo sull’argomento, con l’auspicio che venga fatta
chiarezza sulla vicenda, la trasmetto col consenso dell’interessata,
che mi ha chiesto di omettere al momento il suo nome e quello del
legale al quale è stato conferito il mandato.
Cordiali saluti.
Gennaro Capodanno
gennarocapodanno@gmail.com
Egregio Presidente nazionale dell'ANP,
dott. Giorgio Rembado,
la sottoscritta docente a T.I, iscritta dal mese di settembre
alla associazione da lei presieduta, ha partecipato alla prova
preselettiva per D.S. nel mese di ottobre, risultando non idonea.
Pertanto ha ritenuto di usufruire dei servizi offerti o meglio
garantiti, come risulta dal sito ANP Regione Campania ( al link
http://www.anpcampania.it/index.php?option=com_content&view=article&id=50:servizi-anp&catid=2&Itemid=101
), conferendo mandato a rappresentarla nel ricorso all'avvocato,
recandosi presso la nuova sede dell'ANP regionale posta in Napoli al
Corso Umberto. Peraltro, insieme alla presente, vi erano altri
colleghi non risultati idonei, che hanno anch'essi conferito mandato al
suddetto legale.
Immagini lo stupore della scrivente nel leggere la mail con l'articolo
dal titolo "ANP sostiene gli ammessi alle prove scritte", inviatole
sulla propria posta, nel quale si legge: " E' tempo di dirlo con
chiarezza: si tratta dell'uso distorto di uno strumento che doveva
essere di garanzia e che si sta trasformando in una impropria sede di
appello contro ogni decisione sfavorevole. I tribunali amministrativi
sono stati istituiti per correggere abusi o vizi di legittimità in casi
puntuali, non per sostituirsi alle commissioni di esame, ammettendo in
massa alle prove successive coloro che non hanno superato le
precedenti. Nei pubblici concorsi non esiste il diritto soggettivo ad
essere promossi, ma solo un legittimo interesse ad essere giudicati
secondo regole fissate in anticipo ed uguali per tutti ". E più
avanti " Vogliamo qui dichiarare la nostra posizione, come associazione
di dirigenti e docenti che ha a cuore la tutela della propria
professione non meno che la qualità della scuola. I concorsi devono
svolgersi e concludersi nelle aule scolastiche, non in quelle dei
tribunali. Non giova a nessuno - né alla scuola né al prestigio di
coloro che vi lavorano - essere eventualmente collocati nelle funzioni
per vizi di forma e per decisione di un giudice che non ha, e non può
avere, competenza per giudicare dell'idoneità sostanziale dei
ricorrenti", concludendo: "In questa vicenda, non siamo imparziali e
non vogliamo esserlo: siamo dalla parte di chi le prove le ha superate
nelle sedi competenti. Un appoggio coerente con la nostra storia e la
nostra cultura, che contiamo di tradurre anche in un sostegno concreto
in tutte le sedi, qualora ve ne fosse bisogno. Stiamo infatti prendendo
gli opportuni accordi con i nostri consulenti legali per avviare, su
tutto il territorio nazionale e nelle sedi giudiziarie appropriate,
interventi ad opponendum in risposta ai ricorsi presentati da alcuni
candidati che non hanno superato la prova preselettiva".
Senza togliere alcun merito a chi ha superato il test preselettivo,
lasciando anche a chi ne ha legittimo interesse di poter attivare i
meccanismi giuridici messi a disposizione dalle leggi dello Stato per
tutelare nelle sedi competenti i propri diritti, l'appoggio
dell'ANP risulta, alla luce di quanto sopra, tutt'altro che coerente.
Come si può cosi rigidamente asserire di essere da una parte e
contemporaneamente permettere che, nelle proprie sedi regionali,
venga offerto o meglio garantito un servizio contrario a ciò che si è
dichiarato?
Forse anche Stevenson, con il suo Dr. Jekyll e Mr. Hyde,
avrebbe difficoltà a giustificare un simile comportamento.
In attesa di cortese riscontro, porge cordiali saluti