Anche il
Ministro all' Istruzione, come stanno facendo diversi politici del Pdl,
in queste settimane ha cercato di smarcarsi da Berlusconi ammettendo,
per la prima volta, di aver fatto forse troppi tagli alla scuola. Ma
non ha perso il vizio di dire corbellerie. L'ultima riguarda l'esame di
terza media. Ha espresso la volontà di semplificarlo affidando ai test
dell'Invalsi il compito di accertare gli apprendimenti di matematica e
di inglese. E lasciando ai singoli istituti la formulazione dello
scritto di italiano e del colloquio orale. Peccato che non sia chiara
la tipologia delle prove, nè per testare il raggiungimento di che cosa.
Una cosa è fare test a fini statistici, un'altra con finalità
valutativa: ma per Gelmini pare non ci sia differenza, la valutazione
di alunni e studenti assomigliano in modo preoccupante a un sondaggio o
a una indagine di mercato.
Altra questione: se l'esame di terza media salterà, che valore avranno
i voti sulla scheda di valutazione di fine primo quadrimestre? O
Gelmini vuole sopprimere anche le pagelle? Secondo mistero. Intanto, di
fronte ai tagli epocali e all'epocale pressapochismo ministeriale, si
estende la protesta nel mondo della scuola. Sono in guerra contro il
governo non solo tanti docenti, studenti e genitori, ma anche gli enti
locali. La Cgil emiliana chiede alla Regione di fermare gli
accorpamenti delle scuole in maxi-istituti comprensivi, come dettato
dalla finanziaria estiva, che distruggerebbero il rapporto con gli
studenti, rendendolo sempre più anonimo. Anche perché questa sarebbe
materia delle Regioni, non del governo. Insomma, la scuola ridisegnata
dalla controriforma Gelmini appare sempre di più quella delle tre D:
diseguaglianza, diseducazione, disoccupazione. Una scuola sempre più
lontana da quella di cui si parla nella nostra Costituzione. (di
Giuseppe Caliceti da l'Unità)
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