Oggi,
mercoledì 19 ottobre 2011, al temine della prima ora il Preside
Giuseppe Adernò ci invita ad andare nella Sala Unicef per un incontro
speciale. La professoressa, già informata ci accompagna in silenzio,
con il notes e la penna insieme ai compagni della classe
seconda P.
Dopo una breve introduzione dl Preside sul significato
dell’iniziativa per prepararci al decennale di Maria Grazia
Cutuli, alla quale è dedicato un albero di ulivo messo a dimora nel
giardino della scuola proprio dieci anni or sono , inizia la “lezione”
speciale, che ha avuto come “docente” una giornalista della Rai.
Sul tappeto blu della sala campeggiano degli oggetti simbolo. Un ramo
di agrume, un serto di gelsomino, un taccuino con la penna, un elmetto,
degli occhiali da sole ed un chador bordeaux , una lente di
ingrandimento, un fucile, un libro di fiabe per bambini
Presentando ciascuno di questi oggetti simbolo la giornalista Rai,
Antonella Gurrieri , mamma di Luigi, nostro compagno di classe,
ha presentato a noi ragazzi , che dieci anni fa eravamo ancora troppo
piccoli per ricordare, la storia e l’avventura della giornalista
catanese Maria Grazia Cutuli , uccisa a Kabul in Afganistan il 19
novembre del 2001.
Mentre scorrevano le immagini sul video le espressioni di amicizia e di
commosso ricordo dell’amica giornalista penetravano nei
nostri cuori attenti e sensibili e mentre prendevamo
diligentemente appunti , cominciavamo a fantasticare come sviluppare il
lavoro di ricerca da presentare in occasione della giornata
celebrativa del decimo anniversario
Dal commento ai singoli oggetti simbolo ci siamo sentito coinvolti
nel ricordo dell’intraprendente giornalista del Corriere della
Sera, inviato speciale nella terra di Bin Laden, dove aveva scoperto
una complessa organizzazione di preparazione e vendita di
gas nervino, utilizzato per fini terroristici, ha presentato la breve
ed intensa storia di una giovane desiderosa di futuro e di carriera ,
impegnata e volitiva, originale e stravagante.
Diventare giornalista e inviato e corrispondente estero era il
suo sogno, conquistato con pochi sacrifici e, dopo averlo
raggiunto è stato tragicamente concluso.
Oggi se ne ricordano le virtù, il coraggio, la dolce femminilità (il
gelsomino ne è simbolo, perché spande profumo dove passa) ed è piaciuta
a tutta la definizione di “soldato con la penna” perché
l’inviato nei territori di guerra è in pericolo come i soldati ,
ma la sua arma è appunto la penna ed il suo taccuino.
Anch’io vorrei fare da grande il giornalista, ma non so se avrò il
coraggio di Maria Grazie nell’affrontare tanti pericoli.
La diligente ricerca della verità il voler andare infondo ai problemi ,
scrutando con la lente di ingrandimento eventi, luoghi, fatti e
persone, hanno fatto della giovane Maria Grazia un simbolo ed un
modello per i futuri giornalisti e per tutti noi che oggi abbiamo
avuto la fortuna di incontrarla.
In questi dieci sono state intitolare a Maria Grazia Cutuli
scuole, palestre, borse di studio ,centri culturali e sportivi,
che ne perpetuano la memoria e la Fondazione che porta il
suo nome ha istituito in Afganistan una scuola colorata
d’azzurro, come il cielo.
Questa lezione speciale ci ha aiutato a crescere e l’incontro con il
coraggio, la forza e la tenacia di Maria Grazie Cutuli ci ha resi più
grandi e più forti nell’affrontare le difficoltà del quotidiano.
Il 19 novembre parteciperemo alle manifestazioni che la città di
Catania e la Fondazione hanno programmato per ricordare Maria
Grazia Cutuli.
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