Anche
i presidi delle scuole si indignano. Ma non certamente per
“simpatia” con gli indignados dei cortei romani. In applicazione della
manovre finanziaria, l’organico dei dirigenti scolastici
diminuirà di 3.138 con aggravio del carico di lavoro e ancora viene
negata la perequazione interna ed esterna
Nell’arco di due mesi in rapida successione abbiamo assistito a un
taglio delle presidenze pari a 1812 con il primo decreto di
agosto (art. 19 del D.L 98) , subito dopo aggravato dall’
allegato al bilancio 2012 che apporta un ulteriore taglio di 1331 unità
mediante l’artificio dell’innalzamento della soglia minima degli
istituti comprensivi a 600 e 400 studenti.
Si tratta di un risparmio strutturale per l’amministrazione notevole,
se consideriamo che il trattamento lordo Stato di un dirigente
scolastico, inclusa la retribuzione di posizione fissa, variabile e di
risultato è in media pari a 80.024 euro . Per i dirigenti scolastici il
calcolo per montante della riduzione di spesa per il 2012-13 pari a
251.115.312 milioni di euro.
Già da questo solo risparmio si capisce che ci sarebbe ampiamente la
copertura dei fondi per colmare il differenziale di retribuzione per i
dirigenti del concorso ordinario 2004 che ancora soffrono di una
sperequazione rispetto ai loro colleghi.
Basterebbero 5 milioni per coprire questo gap: ebbene come si fa a dire
da parte del governo che non c’è disponibilità?
Non solo, ma con questa somma si potrebbe ampiamente coprire anche il
differenziale che separa la dirigenza scolastica da tutte le altre
dirigenze del pubblico impiego (sperequazione esterna) che
essenzialmente è legata alla diversa retribuzione di posizione e di
risultato. Dal confronto con i dirigenti tecnici (ex ispettori) emerge
un differenziale di 28.000 euro in media che riferito ora all’organico
residuo pari a 10.415 (dotazioni organiche dirigenti scolastici a.s.
2010/2011) depurato dei 3138 decurtati fa 7.277 senza tenere conto
delle vacanze e carenze attuali che abbassano ulteriormente questa
cifra (basterebbe sottrarre le reggenze attuali), da un calcolo di 203
milioni di euro.
Insomma i risparmi attuali basterebbero a rendere giustizia retributiva
alla categoria senza ulteriori aggravi o appesantimenti su altre poste
di bilancio dello Stato.
I compiti e le responsabilità che graveranno sui presidi
che avranno oltre mille studenti e più di cento docenti e
personale Ata saranno notevoli ed in più per molte scuole non
sarà facile gestire alunni e classi dislocate in più plessi scolastici,
per carenza di strutture e per necessità ambientali.
Il Ministero delle Finanze che sovrintende e governa la scuola
italiana vuole la botte piena di economie e la moglie ubriaca di
lavoro e di stress. Tutto ciò non può avere vita lunga. Occorre
apportare necessariamente i correttivi utili a sostenere il ruolo
e la funzione dirigenziale , equiparandola ad altre funzioni pari
grado, ma maggiormente retribuite e gratificate, pur con
carichi di responsabilità e di lavoro di gran lunga inferiori.
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