Non riproporremo
qui le critiche puntuali e pesanti che abbiamo fatto fin
dall’inizio della pubblicazione della batteria dei quesiti, il primo
settembre, e della cui fondatezza sono stati testimoni i fatti.
Una cosa ci sentiamo di affermare per onestà intellettuale e
professionale: questa modalità di preselezione, pur con la “barbarie”
del librone e l’inqualificabile formulazione dei test, un merito lo ha
avuto: ha impedito favoritismi e clientele. E in un Paese come il
nostro non è cosa di poco conto.
Inoltre stiamo registrando tempi rapidi di pubblicazione dei
risultati, anche questo per la scuola è del tutto inusuale.
Ora la Direzione del Ministero nella persona del Dott. Biondi deve
creare le condizioni perché le prove scritte siano omogenee sul
territorio nazionale, abbiano criteri di valutazione espliciti, siano
strutturate in modo da lasciare il minor margine possibile di
discrezionalità nella valutazione.
Richieste per una conduzione affidabile degli scritti
L’ADi ritiene importante che:
a) siano consultate le associazioni professionali per
raccogliere indicazioni, suggerimenti, proposte ed osservazioni
critiche, anche sulla base delle esperienze precedenti di esami di
concorso (disparità nelle valutazioni, mancanza di controlli, prove del
tutto scolastiche – che favoriscono i letterati - ampia tolleranza per
il plagio, tempi troppo lunghi, fino a 6 ore, poca chiarezza sulle
finalità della prova, ecc.)
b) sia elaborata una direttiva per tutti i presidenti di
commissione, che contenga le procedure e le indicazioni precise sulle
modalità di conduzione e di gestione operativa dell’esame
c) siano promosse riunioni dei presidenti delle commissioni prima
dell’inizio delle prove e subito dopo la loro conclusione.
d) alla riunione sia garantita la presenza di un ispettore
centrale incaricato del monitoraggio del funzionamento delle
Commissioni. Tale ispettore dovrebbe coordinare gli ispettori che
vigilino su ogni singola commissione, e che dovrebbero essere assegnati
in regioni diverse da quelle di loro titolarità.
Come capita in altri Paesi, agli ispettori dovrebbe essere fornita una
GUIDA ALL’ESAME con le indicazioni su cosa controllare, osservare, e,
nel caso, su come intervenire.
NOTA IMPORTANTE
È cosa eticamente e professionalmente giusta e necessaria che i
candidati conoscano prima della data stabilita per le prove scritte:
- i criteri di valutazione
- le modalità specifiche delle prove (forma, durata,
argomenti)
- i tempi di esecuzione
Le prove scritte
Al fine di garantire un minimo di equità, obiettività e
uniformità dei criteri di valutazione, le prove scritte dovrebbero
avere le seguenti caratteristiche
PRIMA PROVA SCRITTA
La Direzione, poiché ne ha facoltà, dovrebbe:
a) indicare ai presidenti alcuni argomenti PRIORITARI tra quelli
dell’articolo 8 del bando, al fine di selezionare i migliori candidati.
b) evitare di proporre il solito tema, perché 1) è soggetto a
valutazioni assolutamente discrezionali,2) è una disgrazia per la
maggior parte dei candidati meritevoli di sesso maschile che provengono
da lauree tecnico-scientifiche (non dobbiamo selezionare dei letterati
e teniamo conto che dobbiamo anche avere vincitori in grado di dirigere
istituti tecnici industriali e professionali)
c) proporre una forma che stimoli la sintesi, evidenzi il livello
di informazione, la capacità di andare al cuore del problema e, non
ultimo, tale forma deve rendere la correzione rapida, accurata,
obiettiva e facilmente condivisibile dalla commissione;
d) ridurre i tempi (mai le sei ore del classico tema) in modo da
non lasciare spazio al plagio, ai suggerimenti, ecc.
La migliore forma possibile è quella del SAGGIO BREVE “guidato” da 5
domande a risposta aperta, ma in numero di righe fisso: 15 è il
massimo.
Le domande “obbligatorie” debbono essere i due terzi dell’insieme: 3 su
cinque ( soluzione adottata in Friuli Venezia Giulia nel 2004).
Altra soluzione possibile quella di Trento (2005): 2 saggi brevi
(non più di 25 righe ciascuno) da scegliere tra 3 tracce.
La prima è sicuramente quella che rende la correzione più omogenea e
obiettiva, a meno che anche nel secondo caso i saggi brevi siano ben
strutturati e chiari nelle richieste.
IMPORTANTE PER I PRESIDENTI DI COMMISSIONE
- Le domande debbono tenere conto soprattutto del fatto che i candidati
NON SONO ANCORA DIRIGENTI, ma INSEGNANTI che desiderano diventare
dirigenti. La loro preparazione non è CONCRETA (sul campo) ma libresca.
- Il programma è di una tale vastità che è poco credibile per una
selezione, per cui la direzione ministeriale insieme ai presidenti di
commissione debbono fare tutto il possibile per dare indicazioni utili
ai candidati- tempestivamente prima delle prove- così che possano
focalizzare la loro preparazione su punti il più possibile ristretti e
dominabili da un normale cervello (non da Pico della Mirandola).
- La prova non deve essere una prova di memoria, come nel caso del test
preselettivo, dove questa qualità ha avuto un peso prevalente.
SECONDA PROVA SCRITTA
Valgono, in linea di massima le raccomandazioni di cui alla prima prova.
Sarebbe bello se l’Amministrazione – superando se stessa – desse alle
commissioni (e ai candidati con congruo anticipo) un elenco degli
argomenti di una cinquantina di casi, tra cui saranno scelti quelli
dell’esame.
La valutazione diventerebbe più fine e le intelligenze direzionali si
individuerebbero con maggiore facilità.
Almeno si provveda a restringere le AREE tra cui le commissioni
sceglieranno i casi tenendo conto che non si tratta ancora di PRESIDI
in servizio ma di insegnanti, che solo casualmente si trovano di fronte
a casi concreti da risolvere.
In questo senso andrebbero fortemente privilegiati – all’interno
dall’area prevista dall’art. 10 (gestione dell’istituzione scolastica
…. ) gli aspetti pedagogici piuttosto che i possibili altri, dove
qualsiasi formulazione potrebbe rappresentare un trabocchetto per i
candidati, anche i migliori.
I presidenti dovrebbero avere indicazioni precise su come stendere –
schematicamente – un caso da risolvere, in modo che non si creino le
solite macroscopiche sperequazioni e cioè:
• Descrizione sintetica del problema (in forma
concreta), non più di 10 righe;
• Enunciazione del compito (che cosa si vuole dal
candidato, articolando le richieste)
• Spazio dedicato alle risposte (non più di 10 righe
per ciascuna risposta)
• Ecc.
I CRITERI DI VALUTAZIONE
I criteri di valutazione sono il banco di prova di un buon
coordinamento tra le commissioni.
La direttiva ministeriale ai presidenti dovrebbe essere STRINGENTE e
non lasciare ambiti di discrezionalità alle commissioni.
L’uso di tali criteri deve risultate nel giudizio finale della
commissione.
I criteri debbono essere pochi e chiari, formulati in modo non ambiguo
e possibilmente espressi in forma gerarchica, dal più importante al
meno importante (non si pretende che vengano tarati, come si dovrebbe,
ma quasi).
Un esempio di cinque criteri base (non in forma gerarchica)
Correttezza formale (non “bello stile”);
Pertinenza con la consegna (ha risposto non ha
risposto, ha risposto parzialmente, non ha compreso la consegna);
Livello di informazione (fatti, norme, ecc.);
Completezza della risposta;
Originalità della soluzione.
(da Adi)
redazione@aetnanet.org