Allontanato dai
compagni di classe perché la nuova aula non avrebbe lo spazio
necessario per lui, alunno di seconda elementare affetto da autismo, e
per l'insegnante di sostegno. L'incredibile storia, riportata sulle
colonne del Mattino di Foggia, ha per teatro un istituto comprensivo di
Cagnano Varano, piccola citta' garganica. Protagonista sfortunato un
bambino di otto anni, che frequenta le elementari del 'Nicola
D'Apolito'. "Quando a due anni abbiamo scoperto la sua patologia la
nostra vita si e' sconvolta. Io, ho lasciato definitivamente la mia
professione di architetto per dedicarmi 24 ore al giorno a mio figlio.
Le nostri sorti economiche, reggono sulle spalle di mia moglie che e'
un'insegnante", racconta il padre del bimbo.
Alla riapertura delle scuole, circa un mese fa, gli alunni e i
genitori scoprono del trasferimento nella scuola ementare di via
Marconi, che da subito si dimostra piccola. Un trasferimento, per il
genitore dello sfortunato bambino, " coatto ed inspiegabile perche' la
struttura e' del Comune. L'assessore Giovanni Conte ha giustificato
questa operazione come necessita' di razionalizzare gli spazi in quanto
una circolare ministeriale obbliga le istituzioni scolastiche ad avere
un numero minimo di 50 alunni per plesso". In coincidenza con il
trasferimento iniziano i problemi per il bambino che addirittura, negli
ultimi giorni, e' scappato da scuola per tre volte.
E questo quando capitava che non c'era l'insegnante di sostegno e
nessuno era in grado di sostituirlo: "L'anno scorso dopo due mesi di
esperimenti- spiega il padre- anche con la professionalita' degli
insegnanti, siamo riusciti a far entrare Marco in classe e farlo
integrare con i suoi amichetti". Per motivi di spazio, cosi', il
bambino viene diviso dal resto della classe, portato in una piccola
stanza, chi l'ha vista parla di una specie di sgabuzzino, mentre i suoi
compagni fanno lezione in una classe al piano superiore.
Denuncia il padre: "In queste condizioni non sara' mai in aula con gli
altri bambini. Si sono buttati alle ortiche due anni di duro lavoro per
la sua crescita ed integrazione. Noi non facciamo un'inutile polemica,
ma vogliamo avere i diritti. Le decisioni non possono essere prese dal
dirigente scolastico e dagli insegnanti che stanno facendo il massimo
per quanto di loro competenza. Attualmente mio figlio ha la sua auletta
solitaria antistante le aule dell'asilo. E se in uno dei suoi 'momenti'
dovesse incontrare sulla sua strada un alunno della scuola materna?
Dunque, chi di competenza riflettesse, si mettesse la mano sul cuore e
agisca di competenza non solo per il suo bene, ma di tutti i bambini,
perche' una scuola che funziona e' un diritto universale".
(da http://affaritaliani.libero.it)
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