Il ministro
rivela: l´esame di terza media cambierà. Probabilmente già da
quest´anno. Mariastella Gelmini ha chiesto ai suoi funzionari di
mettere mano a una prova che oggi chiede a ragazzi di 14 anni lo studio
di un numero di materie superiore a quello della maturità. Nelle ultime
stagioni l´esame si è caricato di aspettative e oneri restando normato
da una legge del ´91.UNA LEGGE pensata quando non esistevano i test
Invalsi, la seconda lingua, né le scuole medie a indirizzo musicale.
Nell´ultimo esame svolto, lo scorso giugno, in seicentomila hanno
dovuto affrontare almeno tre prove scritte (italiano,
matematica-scienze e lingua straniera), due prove Invalsi (i test sulla
conoscenza lessico-grammaticale e sui principi matematici) più un esame
orale che tendenzialmente ruota attorno a una tesina preparata dallo
studente su più discipline, ma che poi può essere portato dalla
commissione esaminatrice a un controllo su tutte le materie studiate
nel triennio. Di più, in alcune scuole medie a vocazione linguistica
viene richiesto lo scritto anche per una seconda lingua (e così
diventano sei, compresi i test, le prove
scritte).
È un esame duro, quello delle medie, probabilmente troppo duro. Ieri a
pranzo all´Hotel Minerva, nel centro storico di Roma, il ministro
dell´Istruzione ha rivelato che si sta correndo per provare ad
«alleggerire e accorpare» l´esame di Stato già quest´anno. In
particolare, i suoi tecnici (segnatamente Max Bruschi, consigliere del
ministro) stanno lavorando alla soppressione dello scritto di
matematica, che sarebbe riassorbito da test Invalsi più ricchi e
articolati. Si sta valutando se sia il caso di allargare i test anche
alla prova d´inglese, cancellando l´inglese scritto e mantenendo come
unica prova scritta l´italiano (con titoli scelti dalle commissioni
interne delle singole scuole). In una prossima circolare, ma potrebbe
anche essere un documento definitivo, si dovrebbe lasciare maggiore
libertà alle singole scuole e alla loro vocazione per la costruzione
degli orali e degli scritti ridotti. I test Invalsi, ovviamente,
restano uguali per tutti sul territorio. Non saranno toccate le novità
già introdotte sotto la reggenza Gelmini: l´ammissione all´esame e la
valutazione finale (per i promossi) restano espresse in voti dal sei al
dieci.
«Una semplificazione è un processo che non richiede molto tempo»,
dicono al ministero. In queste ore si sta decidendo, entro gennaio ogni
novità dovrà essere formalizzata e comunicata a provveditorati e
istituti. «Vorrei alleggerire l´esame finale», ha detto il ministro,
«ma ritengo che il ciclo delle medie debba restare impegnativo. Le
valutazioni dell´Ocse certificano che tra le elementari e le medie c´è
un brusco abbassamento della qualità e la stretta sulla selezione
all´esame è diventata necessaria per non pagare i prezzi di cattive
medie nei primi anni delle superiori».
Nell´incontro con i giornalisti il ministro Gelmini ha reso pubblici i
dati a lungo oscurati sui "bocciati" delle ultime quattro stagioni.
All´esame di terza media "l´effetto severità" si è materializzato nei
primi due anni di governo toccando il picco del 5,1%, ma già nel 2011 è
tornato a livelli inferiori al 2009 (il 4,5%). Tra l´altro, l´anno
scorso si è toccato il record dei promossi all´esame di terza: il
99,6%. Sul fronte "dati sui bocciati", come rivelato da "Repubblica",
sono in calo quelli dei primi quattro anni delle superiori (dal 15,5%
al 13,2%). Per quanto riguarda la Maturità, dai 15.630 non diplomati
del 2006 si è passati a 34.856, oltre il doppio. I "non ammessi"
all´esame hanno raggiunto il picco del 5,9% nel 2010, scendendo poi al
5,3%. Come si vede, la "linea della severità" non è confermata dalle
aliquote dei bocciati. Sulla maturità, al Sud si confermano i "voti
facili". In Calabria quasi il dieci per cento si diploma con 100 o 100
e lode contro il 4,3 per cento della Lombardia. «Con l´istituzione del
test post-maturità», ancora il ministro, «daremo giustizia di questa
sperequazione e offriremo ai migliori promossi tra i cinque e i
diecimila euro l´anno per mantenersi all´università».
Allarme sostegno, infine. Nonostante il record di insegnanti, 96 mila,
c´è un aumento esponenziale nelle scuole dei portatori di handicap. «La
situazione è fuori controllo, bisogna fare una verifica sulle
certificazioni delle Asl», il ministro. «L´Istruzione è fuori budget
per 150 milioni e ho scritto a Tremonti che questo surplus di spesa se
lo carichi l´Economia»
(da la Repubblica di Corrado Zunino)
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