Nel Bestiario Matematico n. 15 ho dato un
esempio di un quiz “matematico” demenziale contenuto nella
batteria delle cinquemila domande proposte come preselezione per il
concorso a dirigente scolastico.
Ma la lettura, sia pure veloce, delle domande riserva sorprese di ogni
tipo. Non si tratta soltanto degli errori di stampa, di merito, di
date, ecc. Si tratta di molto peggio. In certi casi, si tratta di
mancanza di logica elementare.
Per esempio, a una domanda circa le attività alternative all’ora di
religione la risposta esatta sarebbe che esse debbono essere garantite
dall’istituzione e sarebbe falso dire che «nell’impossibilità di
organizzarle gli alunni che ne hanno fatto richiesta possono esserne
esonerati». Già, ma se è
“impossibile” organizzarle gli alunni ne sono automaticamente
esonerati, in quanto queste non esistono!... Dal nulla si è automaticamente e
inevitabilmente esonerati… Difatti, in tutte le scuole in cui è
impossibile garantire le attività alternative (e sono la maggioranza),
gli alunni escono prima o fanno quel che vogliono, cioè sono
“esonerati”… Ma chi è il maestro di
logica che ha scritto questa roba da Ispettore Clouseau?
E che dire di quest’altra trovata? Nella situazione in cui un
insegnante formula la seguente ipotesi di ricerca da indagare: «il
rendimento in matematica dipende dall’intelligenza più nei maschi che
nelle femmine» la risposta esatta è: «la variabile indipendente è
l’intelligenza, la variabile dipendente è il profitto in matematica, la
variabile moderatrice è il genere». Inutile dire che le risposte
sbagliate sono quelle in cui le variabili dipendente, indipendente e
moderatrice sono permutate in modo diverso. Ma la vera questione è: che razza di idea
demenziale è definire l’intelligenza una variabile indipendente? Absit
iniuria verbis…
Passiamo alla domanda su come deve
essere l’ambiente scolastico. Risposta esatta: “pulito, accogliente,
sicuro”. Risposta sbagliata: “pulito, salubre, accogliente, sicuro”.
Già, perché lo dice la Carta dei servizi scolastici, 1995… Quindi, se
il dirigente scolastico predisponesse un ambiente non soltanto pulito,
accogliente e sicuro, ma anche
salubre commetterebbe un marchiano errore. Roba da cacciarlo. L’ambiente deve essere pulito, accogliente
e sicuro, ma può essere insalubre, per esempio umidissimo o appestato
di fumi… E se accogliente e pulito include salubre che senso ha
definire sbagliata la seconda risposta?...
Passiamo alla valutazione.
Si afferma che in un esercizio
valutativo è importante la terzietà del valutatore «per evitare che
distorca i risultati a proprio favore». A proprio favore? Ma che
scemenza è mai questa? Casomai ci aspettiamo che li distorca in
funzione delle proprie idee, nel peggiore dei casi in funzione dei
propri pregiudizi. Ma che lo faccia “a proprio favore” è un modo di
esprimersi da ignoranti. Lo farà forse per interesse personale, magari
per far quattrini? Forse la lingua batte dove il dente duole.
Altra affermazione demenziale:
La valutazione è oggettiva se è pubblica e trasparente mentre sarebbe
falso dire che è oggettiva se vi è concordanza di giudizio di due
valutatori.
Insomma, questa è l’idea di “oggettivo” di questi signori: basta che io
valuti in modo pubblico e trasparente, indipendentemente dal fatto che
valuti assolutamente a vanvera e secondo le mie idiosincrasie
personali, purché le spiattelli in
modo pubblico e trasparente, sono “oggettivo”… No comment.
E poi: Quale forzatura si compie facendo la media tra due voti? Si
assume l’esistenza di un’unità di misura definita…..
Magnifico: guarda come casca l’asino… Allora lo sanno che il vero
problema nella valutazione è l’assenza di un’unità di misura e che
questo introduce un elemento di soggettività ineliminabile!
Esattamente quel che accade nella
batteria. Un trionfo di arbitrarietà.
Quel che è
più grave è che siamo di fronte a un’orgia di ideologia. Il
preside ideale, quello che risponde a tutte le domande, secondo questa
“batteria”, è un adepto del più piatto, conformista, ottuso
costruttivismo pedagogico. Deve anche aderire nel modo più servile alle
più grandi scemenze sui Disturbi Specifici di Apprendimento, e persino
essere un cultore delle “opere” dei teorici di questa insigne
disciplina.
Roba da regime.
Non a caso, il documento pretende che il futuro dirigente dia risposte
preconfezionate a domande epocali su cui ogni opinione dovrebbe essere
legittima, per esempio “su quale
definizione di cultura, tra le seguenti sia oggi maggiormente condivisa
all’interno delle scienze sociali”. Insomma deve sapere cos’è cultura
secondo il verbo della burocrazia ministeriale.
E, sempre in tema di cultura, si noti questa perla:
Cosa si intende per subcultura? Un
sistema di valori, attitudini, modi di comportamento e stili di vita di
un gruppo particolare, che si distingue ma allo stesso tempo è legato
alla cultura dominante della società (e non inferiori e retrogradi
rispetto alla cultura dominante).
Perfetto, questa è la descrizione
della congrega che ha stilato questa raccolta demenziale: un gruppo che
esprime un sistema di valori legato alla cultura dominante nel
ministero. Per noi – ci duole – resta una “subcultura” nel senso comune
del termine.
Concludiamo con qualche domanda. La lista dei cervelloni che hanno
redatto questa “batteria” è stata resa pubblica sul sito dell’Indire.
E’ qualcosa ma non basta.
Prima domanda: quanti quattrini
hanno preso queste persone per confezionare questa vergogna? Anche
questo deve essere reso pubblico.
Seconda domanda: chi e
con che criteri ha scelto queste persone? Anche questo va reso noto.
Terza e ultima domanda: se la
parola valutazione ha un senso non sarebbe il caso che il responsabile
di tutto ciò paghi? Questa è roba che fa impallidire il tunnel dei
neutrini, perché in quel caso si trattava di un comunicato privo di
conseguenze pratiche. Qui è in gioco la scelta di un nutrito gruppo di
futuri dirigenti delle scuole italiane.
Giorgio Israel
http://gisrael.blogspot.com/2011/10/un-autentico-scandalo.html