Inizialmente, i neutrini ora
materializzatisi erano 42.000. Nel frattempo, mentre molte altre
centinaia di neutrini si materializzano, essendo stati accolti
dai giudici del Tar Lazio i loro ricorsi, che li vedono “ammessi con
riserva alle prove preselettive del 12 ottobre 2011”, un ulteriore
fenomeno, figlio della disorganizzazione che caratterizza il ministero
dell’istruzione (ormai, della disistruzione), incide negativamente
sull’attività didattica e sulla formazione degli alunni. Durante un periodo da uno a cinque giorni
consecutivi – a seconda del “tunnel” regionale scelto dai
neutrini per conquistare il record, e avendo presente che la data per
conquistarlo è quella di mercoledì 12 ottobre 2011 (al centro della
settimana scolastica di cinque giorni, col sabato generalmente “libero”
negli istituti scolastici) –, un
milione di studenti (data l’assenza dei 42.000 e oltre neutrini,
impegnati a correre nel “tunnel” dei 100 quesiti a risposta multipla in
100 minuti) non avranno i rispettivi docenti di classe (e nemmeno gli
insegnanti supplenti). Per l’assenza dei docenti da uno a cinque
giorni, perderanno da 4 a 18 ore di attività didattica curricolare (e
forse anche di più – e fino a 30 ore – se i neutrini di quella
determinata classe che si trovano nel “tunnel” del concorso a d.s. sono
più di uno).
A Palermo, in Sicilia, dove il 12 ottobre 2011 (così come negli altri
capoluoghi di regione) le scuole accoglieranno i candidati al concorso,
tutti neutrini che si sono materializzati, circa 4.000, gli studenti
hanno bloccato, ieri mattina, gli ingressi di quattro istituti
scolastici, denunciando le condizioni di insicurezza e i guasti (un
deficit che riguarda tutte le strutture scolastiche) che ormai da anni
caratterizzano negativamente quelle quattro scuole e la quasi totalità
degli edifici scolastici della città capoluogo della Sicilia, che,
insieme a quelle di altre importanti istituzioni, assessorati compresi,
è sede dell’Assemblea regionale.
Manifestazione di protesta che certamente continuerà nei giorni della
prossima settimana, e che riguarderà anche gli istituti scolastici
individuati come sedi nelle quali sarà svolta la prova preselettiva del
concorso per il reclutamento (ma i posti sono “fantasmi”) di dirigenti
scolastici, alla quale parteciperanno circa 4.000 candidati, tutti
docenti. E chissà come andrà a finire.
Molti alunni magari resteranno a
scuola a “giocare a carte” nelle aule senza docenti durante le
ore “vuote”; molti altri alunni usciranno dalla scuola (addirittura di
soppiatto) alcune ore prima di quella che avrebbe dovuto essere
l’ultima ora dell’attività didattica della giornata o delle giornate.
Responsabilità di diversa tipologia, peraltro nella considerazione che
gli studenti sono soprattutto minorenni, graveranno sui dirigenti
scolastici.
Il costo complessivo per la prova preselettiva degli oltre 42.000
neutrini (a parte il danno arrecato agli studenti) è certamente
notevole per l’amministrazione pubblica, che dovrà servirsi di
parecchie centinaia di dipendenti pubblici (ma potrebbero essere
superate le duemila unità) titolari di specifiche funzioni che
rispondano adeguatamente a quelle che debbono essere svolte il 12
ottobre 2011, ma anche nei giorni precedenti e in quelli successivi.
Tra le altre figure, oltre ai
dirigenti delle scuole che sono state indicate come sedi per lo
svolgimento della prova preselettiva, m anche quelli delle altre
scuole, gli assistenti amministrativi e i collaboratori scolastici,
totalmente distolti dalle ordinarie attività (anche nelle scuole
dell’intero territorio regionale di appartenenza), compresa quella,
propria e specifica per i collaboratori scolastici, dell’accoglienza,
della sorveglianza e della vigilanza nei confronti degli alunni.
Ma il Formez, dove, come e con chi opererà?
Non è possibile che il tutto sia
avvolto dal “mistero”, a partire dai posti “fantasma”, dalla quantità
degli “esperti” (chi sono e come e da chi sono stati nominati?) che
hanno prodotto (e a quale prezzo?) i quesiti a risposta multipla e la
molteplicità di strafalcioni, di errori o imprecisioni tali da incidere
sulla correttezza delle domande e/o delle risposte, di formulazioni che
potrebbero indurre in errore i candidati, di errori tipografici nelle
lingue straniere, con refusi a testimoniare la disattenzione e la
superficialità di coloro che avevano il dovere di essere, oltre che
assolutamente competenti, almeno attenti, al fine di evitare lo
squallore che continua a caratterizzare la fase preselettiva del
concorso.
Ebbene, assistiamo a un’opera buffa, a
una farsa “degna” della migliore tradizione del teatro comico, del
teatro popolare, del teatro degli equivoci e dei paradossi. Una burla
colossale ed epocale, un pasticciaccio. Un marasma. La saga
delle macroscopiche inesattezze.
E allora mi vedo in una delle aule nelle quali si svolgerà la prova
preselettiva, in ciascuna delle quali alcune decine di insegnanti –
stando seduti in una delle sedie che caratterizzano negativamente
l’arredamento scolastico e che, essendo difformi dalle norme in vigore,
sono alquanto scomode e dannose per la colonna vertebrale – sono freneticamente impegnati a cercare nel
“librone dei quesiti” il numero del quesito (uno dei 100, ma al momento
non è dato sapere l’ordine della loro collocazione nell’elenco delle
domande, anche perché il “foglio istruzioni” del Miur e i fogli-esempio
allegati hanno prodotto ulteriore confusione) tra quelli estratti a
Roma e arrivati “in fretta e furia” a scuola, per essere inclusi in un
apposito elenco dei 100 quesiti, riprodotto e distribuito (sempre “in
fretta e furia”) ai candidati.
E in quell’aula vedo il tavolo, di ciascuno dei candidati, sul quale
stanno collocati, in tre posti a scorrere, il librone dei quesiti,
l’elenco dei quesiti e il foglio-risposta standard predisposto per la
lettura ottica; e, con il tavolo colmo di carte, vedo le mani e le dita
di ciascuno dei candidati alla ricerca del numero, gli occhi di
ciascuno dei candidati mentre leggono, spostando il capo da una parte
all’altra, il testo del quesito e le quattro riposte, una delle quali è
quella giusta.
E vedo anche il precipitarsi sul
foglio-risposta per “annerire completamente, con la penna nera biro, il
cerchietto corrispondente alla risposta scelta”, con l’ulteriore
preoccupazione di fare “attenzione a non apporre nessun segno o
marcatura di alcun genere nelle altre caselle”. “Nessun segno o
marcatura nelle altre caselle”. Ciò sta a significare, perché si
tratta di lingua italiana e di grammatica, che non accade nulla di
negativo se un segno o una marcatura sia apposto (ma anche più di uno,
sfuggiti nella “corsa contro il tempo”, e causati dalla condizione di
agitazione nella quale ciascuno dei candidati certamente si trova
durante i 100 minuti) in parti del foglio che non riguardino le
“caselle”?
Vedo anche il veloce ritornare al
centro, per vedere nel foglio “elenco delle domande” (sul quale
poco prima ha messo un segno sul numero del precedente quesito) il
numero del nuovo quesito, e, con un veloce volgersi del capo, ritornare
a sfogliare il librone dei quesiti: 100 minuti per dare almeno 80
risposte esatte ai 100 quesiti, pena l’esclusione dal concorso, anche
se le risposte sono state 79.
E provo anche a immaginarmi la
“frenetica” mattinata al Miur, dato che a Roma, il giorno
stesso della prova preselettiva, sono “sorteggiati”, presso il
Ministero, “i quesiti, riferiti alle aree tematiche previste dal
bando”, “utilizzando un sistema informatico che estranee casualmente i
quesiti tra quelli predisposti e pubblicati dal Miur”. Cominceranno alle ore 4, continueranno
durante la notte, per completare i sorteggi e le altre operazioni alle
ore 8 del mattino.
La prova preselettiva poteva essere svolta nelle scuole delle città
capoluogo di provincia. Sarebbero stati evitati i numerosi giorni di
assenza dei docenti e i danni agli studenti. Avrebbe consentito ai
candidati di evitare i disagi del trasferimento a notevole distanza, di
risparmiare notevolmente sulle notevoli spese personali per viaggio,
albergo e soggiorno. A parte la
difficoltà di trovare alloggio negli alberghi delle città capoluogo di
regione, soprattutto quando a doversi trasferire in ciascuna di quelle
città – soprattutto nelle regioni territorialmente più vaste e
intensamente popolate – sono in 3.000, in 4.000 e addirittura anche di
più.
Il 5
ottobre 2011 sono stati rimossi ben 976 quesiti, con ciò causando
enorme confusione agli oltre 42.000 candidati, neutrini dell’ultima ora.
Docenti che vedono sostanzialmente “distrutto” il loro impegno, dato
che, evidenziandosi le menzogne e le corbellerie di chi avrebbe dovuto
astenersi dal farlo, da “pregevole” fonte ministeriale era stato
comunicato che gli errori nella tabella dei quesiti erano pochissimi,
meno di cento. “Notizia” alla quale avevano fatto seguito l’impropria
ironia e la sfrontatezza del presidente del Formez, Secondo Amalfitano,
manifestate col suo derisorio e insipido déjà-vu nei confronti dei
candidati al concorso e di quanti evidenziavano – a ragione ed essendo
ormai ampiamente accertato – gli errori e le anomalie contenuti nella
batteria dei quesiti.
A questo punto, dato che sono stati
esclusi dal sorteggio ben 976 dei 5.663 (17,24%) quesiti predisposti
(da chi, dove, come e quando?) e pubblicati dal Miur l’1 settembre 2011
(e mettiamo per il momento da parte l’eventuale “fuga dei quesiti” in
ordine alla quale è stata sporta denuncia e sulla quale la polizia
postale sta svolgendo le indagini di sua pertinenza e competenza), il
Formez e soprattutto il suo presidente dovrebbero essere assolutamente
esclusi da qualsiasi forma di partecipazione allo svolgimento del
concorso.
Ma poiché dalla batteria dei 5.663 quesiti a risposta multipla ne sono
stati eliminati 976, affetti dalla sindrome (che appare epidemica)
della disattenzione e dell’insufficienza (e forse anche dell’ignoranza)
nella fase della loro inseminazione e gestazione prima del parto
ministeriale dell’1 settembre 2011, il “librone dei quesiti” – che
ovviamente li contiene tutti (cioè, 5.663), perché altrimenti, se non
contenesse anche i 967 quesiti rimossi, eliminati ed esclusi dal
sorteggio, le 50.000 copia del volume sarebbero state stampate nella
nuova versione (ma, in questo caso, a spese di chi?) – assume veramente
il valore inestimabile di “un bene prezioso”, di un “tesoretto” da
conservare e da custodire con grandissima cura, da chiudere in una
cassaforte d’acciaio provvista di almeno tre serrature di assoluta
sicurezza.
Pertanto,
poiché il geniale presidente del Formez, Secondo Amalfitano, ha diffuso
la notizia che la stampa di ciascuno dei volumi è venuta a costare meno
di 2 euro, Polibio, che da storiografo tiene moltissimo ad avere una
copia del “libro dei quesiti”, è disposto a pagare 10 euro (2 euro
quale costo del libro e 8 euro ugualmente ripartiti tra il Miur e il
Formez), più le spese di spedizione e di recapito.
Otto euro ugualmente ripartiti: 4 euro, quale contributo volontario, al
Formez per consentirgli di sopravvivere (ma anche perché si possa
continuare a ridere), a condizione che il presidente, il nuovo
presidente, sappia distinguere tra la concretezza del disordine (e
individuare chi del disordine è stato artefice) e la derisione sciocca
del déjà-vu per occultare il disordine e lo sfascio; 4 euro, quale
contributo volontario, al Miur per partecipare alla ricostruzione del
sistema scolastico, a condizione che abbia un ministro che sia niente
affatto esecutore epocale di altrui decisioni e disposizioni.
Di fronte ai tanti errori fino ad ora commessi, tre domande sorgono
spontanee. Ma al Miur c’è almeno
qualcuno che possiede una conoscenza ancorché appena sufficiente e
comunque tale da non essere qualificato “incompetente” e privo di
raziocinio, incapace di dirimere la più elementare delle questioni, di
mettere fine a conflitti di competenza (o di incompetenza) che devono
essere definitivamente risolti? C’è qualcuno che possiede una
conoscenza sufficiente della Costituzione della Repubblica, delle leggi
italiane e delle sentenze della magistratura (amministrativa, civile,
penale e del lavoro), delle direttive dell’Unione europea, delle
pronunzie della Corte di giustizia europea e dell’obbligo degli Stati
membri di applicare le norme comunitarie? C’è qualcuno che sia
razionale, capace di studiare rigorosamente e di realizzare qualsiasi
intervento necessario e fondamentale così da adempiere nel modo
migliore (che gli sia comunque possibile) alle attività da attivare e
agli scopi e alle finalità ai quali sono destinate?
Ma chi comanda al Miur? Com’è possibile impelagarsi in situazioni
inquietanti come (ma non soltanto) è quella di dovere eliminare 976
domande dalla tabella dei 5.663 quesiti? Si tratta di principianti,
inadeguati e inadatti a svolgere determinate specifiche funzioni? Chi è
inadatto va rimosso e va assegnato a svolgere un’attività niente
affatto dirigenziale.
La questione non è peregrina. Una domanda, che si confà a una
particolare situazione, e che è opportuna, calzante e pertinente, è la
seguente: chi ha scritto il comunicato, letto e diffuso al mondo intero
dalla ministra Gelmini, sul “tunnel” dal “Cern di Ginevra al Gran
Sasso” velocemente percorso, lungo i suoi 750 fantasiosi chilometri,
dai neutrini? Il portavoce Massimo Zennaro, che si è dimesso dal suo
ruolo di portavoce, ma ha conservato la funzione dirigenziale, di
direttore del ministero, e lo stipendio annuo di 156.000 euro, ha detto
che il comunicato non è stato scritto da lui. Che sia stato scritto da
un “fantasma”!
Insomma, sembra proprio che al Miur
non ne azzecchino nemmeno una. Non si è stati capaci di produrre
una procedura trasparente e corretta con riferimento all’attuale
concorso (ancora nella fase che precede la prova preselettiva) per il
reclutamento di dirigenti scolastici (anche se si tratta di un concorso
“fantasma”), con ritardi negli adempimenti amministrativi fondamentali
per il corretto svolgimento del concorso, così da potersi prevedere sin
da adesso un contenzioso giudiziario e amministrativo di notevole
entità.
La prova preselettiva ha il solo scopo
di eliminare moltissimi candidati, anche perché di posti disponibili
non ce ne sono e non ce ne saranno nei prossimi anni, quale conseguenza
del dimensionamento a 1.000 da realizzare.
Ma la ministra dei neutrini – dopo essere trasvolata, residenza
anagrafica compresa, da Brescia a Reggio Calabria – ha sostenuto una
prova preselettiva sulla base di una batteria di quesiti a risposta
multipla, di cui una sola corretta, per essere ammessa – rispondendo
correttamente, in 100 minuti, ad almeno 80 di 100 quesiti – a sostenere
la prova scritta degli esami di abilitazione per la professione di
avvocato? Sappiamo che non esisteva nessuna batteria di quesiti.
Ebbene, oltre a confermare che i 2.386
vincitori del concorso sottoscriveranno subito dopo la conclusione del
concorso il contratto a tempo indeterminato per la funzione di
dirigente scolastico, a valere dal successivo 1 settembre e quindi con
immediata individuazione e assegnazione della sede, la ministra Gelmini
abbia ora il coraggio di presentarsi in una delle aule di una delle
scuole romane per sostenere, alla presenza dei candidati, la prova
preselettiva dei 100 quesiti a risposta multipla in 100 minuti, e di
azzeccare la riposta esatta di almeno 80 di essi.
Suvvia, ministra Gelmini, si cimenti!
Polibio