Saranno
nuovamente gli insegnanti a ricostruire, nelle scuole, l'Italia di
domani, così come accadde 150 anni fa, in cui furono proprio loro a
realizzare appieno l'Unità d'Italia, diffondendo dalla Sicilia al
Piemonte, tanto nelle campagne quanto in città, la nostra unica lingua,
per sconfiggere poi negli anni '50 l'analfabetismo.
Nella giornata mondiale degli insegnanti, ci auguriamo davvero che
questi uomini e donne possano essere i protagonisti di una stagione di
innovazione e cambiamento che ridia centralità nel nostro Paese alla
scuola della Costituzione.
Sta uscendo dal servizio attivo la generazione che ha vissuto da
protagonista la lunga stagione che è riuscita a tradurre il cambiamento
socioeconomico degli anni sessanta nello straordinario sviluppo e
innovazione dell’istruzione degli anni settanta. È una generazione che
lascia la scuola nel disincanto: il ruolo della scuola
dell’emancipazione e del superamento degli svantaggi sociali rischia di
soccombere sotto la mannaia demolitrice del Governo Berlusconi, che
ripropone la scuola della separazione e dell’immobilità sociale, tanto
combattuta da Don Milani.
I “giovani” insegnanti stanno entrando nella scuola con mille
difficoltà e segnati troppo spesso da un devastante precariato. Per
questo, quando torneremo al Governo, vogliamo costruire le condizioni
affinché il passaggio di testimone coincida con la ricostruzione di una
prospettiva di rilancio della professione insegnante, per tornare ad
investire su una scuola per tutti e per ciascuno, che veda nella scuola
pubblica l'istituzione democratica fondamentale, in cui ricostruire
l'identità di un Paese unito.
Francesca Puglisi
responsabile scuola Pd