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Attenti al lupo: Che fine hanno fatto i dati statistici sulla distruzione della scuola primaria?

Rassegna stampa
Scuola primaria, occultare la realtà
Anche per quanto riguarda i dati concernenti gli effetti della cosiddetta riforma della scuola primaria assistiamo ad un occultamento dell’informazione.
Infatti, nell’anno scolastico 2009-2010 sono entrati in vigore i DPR n.89 e n. 81 recanti rispettivamente il "Regolamento riguardante la revisione ordinamentale, organizzativa e didattica della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione" e il "Regolamento recante norme per la razionalizzazione della rete scolastica".
In particolare si preannunciavano come assai rilevanti per l’incidenza sulla natura e sull’organizzazione del servizio scolastico reso ai cittadini le modifiche introdotte nel funzionamento della scuola primaria. Di qui il manifestarsi di una particolare attenzione per le modifiche riguardanti il tempo pieno e l’organizzazione didattica delle classi investite dal riordino.
Nell’anno citato si trattava solo delle prime classi, per quanto concerne il cosiddetto maestro unico e delle classi successive, per quanto concerne l’eliminazione il funzionamento dei TEAM docenti e l’eliminazione delle compresenza nel tempo pieno.                            
  Il tempo pieno? Esiste solo nelle parole del ministro
In un comunicato del 17 maggio 2010 emanato dal Miur si leggeva che sarebbe aumentato il tempo pieno nella scuola italiana. Si annunciava che nell’anno scolastico (2010/2011) sarebbero state attivate nella scuola primaria 782 classi a tempo pieno in più, per un totale di 37.275 classi. Per il secondo anno consecutivo quindi sarebbero aumentati gli alunni che avrebbero potuto usufruire di questo quadro orario.

Nell'anno 2009/2010, infatti, secondo i comunicati ministeriali sarebbero state attivate 2.176 classi a tempo pieno in più rispetto all'anno scolastico 2008/2009. Negli ultimi due anni dunque, grazie all'introduzione del maestro unico e all'abolizione delle compresenze, si sarebbe registrato un aumento complessivo di 2.958 classi a tempo pieno, sempre secondo il Miur.

Nascondere i dati
E’ un fatto, però, che da due anni ha cessato di uscire al pubblicazione del MIUR “La scuola in cifre” il cui ultimo numero che risale al 2008 riferiva che nell’anno scolastico 2007/08 su un totale di 2.275.310 studenti 669.101 frequentavano classi di 40 ore settimanali a tempo pieno (due insegnanti con 8 ore di compresenza); 430.770 frequentavano classi con un orario settimanale variante dalle 31 alle 39 ore con mensa (i cosiddetti TEAM); 53.311 frequentavano classi da 31 a 39 ore senza mensa; 1.303.473 frequentavano classi con un orario variante tra le 28 e le 30 ore settimanali e 118.665 frequentavano classi con 27 ore settimanali.

I comunicati stampa della Gelmini compreso quello con cui ha aperto il presente anno scolastico 2011-12 nulla hanno fatto conoscere del reale destino di oltre 500.000 alunni che frequentavano, nell’anno 2008-09 classi da 31 a 39 ore in gran parte con mensa.
Questa tabella non è mai stata pubblicata dal MIUR ed è nota solo perché risulta negli atti parlamentari allegata alla risposta ad una interrogazione discussa in VII Commissione martedì 24 novembre 2009.

Da essa risultava che nell’anno scolastico 2008-09, quello che precede la riforma, gli studenti che frequentavano classi, non a tempo pieno, ma con un orario settimanale da 31 a 39 ore con mensa erano stati 446.049, pari al 17,4% del totale degli alunni frequentanti la scuola primaria. Quelli frequentanti lo stesso orario ma senza mensa erano stati 46.566 pari all’ 1,8%.
L’on. Giuseppe Pizza, sottosegretario all'Istruzione, in quell’occasione dichiarò di non poter ancora disporre dei dati della rilevazione integrativa riguardante l’anno scolastico 2009-10, che erano stati anticipati nel comunicato ministeriale solo per la parte riguardante il tempo pieno, perché ancora in corso di elaborazione.

Ciò che è falso risulterà vero
Una successiva interrogazione n. 5-03021, discussa il 9 giugno 2010 ha avuto uno svolgimento sorprendente, che solo oggi apprendiamo da chi e da quale logica fosse ispirato, e mio parere assai grave in quanto, non solo si negava il sacrosanto diritto della Camera di conoscere dati rilevanti sul funzionamento di un settore vitale dell’ordinamento scolastico sottoposto ad un riordino che stava suscitando crescenti proteste nella scuola e nel Paese, ma soprattutto perché la risposta ministeriale recava evidenti elementi di falsificazione della realtà di fatto che riguardava la pubblicità e la gestione delle rilevazioni statistiche.
Infatti i dati richiesti riguardavano la tabella della Sezione D della Rilevazione integrativa delle scuole primarie  statali, denominata PUI-00001, inserita nel Piano statistico Nazionale 2008-10 approvato con DPCM del 3 agosto 2009.

E’ del tutto evidente il modo con cui si tentava di prendere in giro il Parlamento affermando, come si fa nella risposta all’interrogazione n. 5.03021 del 9 giugno 2010 che:
“In merito al primo punto, faccio presente che l'attività di rilevazione viene principalmente effettuata per fornire all'Amministrazione la conoscenza dei fenomeni che quantitativamente interessano il mondo scolastico, con il fine precipuo di realizzare uno strumento di supporto alle decisioni. Di anno in anno, poi, vengono pubblicate solo quelle rilevazioni che si ritiene di maggior interesse per una diffusione esterna all'Amministrazione.”

Tali affermazioni erano palesemente false ed è grave che sia state acriticamente lette da un Sottosegretario di questo governo.
In tal modo sono stati illegalmente rifiutati al Parlamento i dati richiesti prospettando un’ autentica falsificazione delle procedure esistenti e negando la natura di Rilevazione statistica nazionale dei medesimi.

La malafede del ministro
Quando all’inizio di quest’anno scolastico il Ministro Gelmini ha affermato che il tempo pieno (in tutta la scuola di base) è aumentato ed ha raggiunto il 30,5% degli studenti sapeva bene che quel tempo pieno nella scuola primaria era fatto di  40 ore raccogliticce senza compresenze e che non  ha nulla aveva che spartire con la  qualità e l'efficacia didattica che caratterizzavano il precedente modello.

Sapeva pure che già quest’anno, dei quasi 600 mila studenti che frequentavano il tempo lungo nel 2008-09 sono poche decine di migliaia lo avevano potuto conservare. Di questo autentico massacro  del sistema educativo più avanzato di cui disponeva il nostro paese questo governo dovrà renderne e conto di fronte all’opinione pubblica.
Poiché si rifiutano di rispondere in Parlamento e continuano a nascondere “il corpo del reato” da loro commesso è necessario che l’ISTAT renda nota tutta la documentazione regione per regione e provincia per provincia riguardante i primi due anni di attuazione della  cosiddetta riforma della Scuola primaria. E’ urgente  tirare fuori i dati raccolti con il modulo della Sezione D della Rilevazione integrativa delle scuole primarie statali, denominata PUI-00001, inserita nel Piano statistico Nazionale 2008-10 approvato con DPCM del 3 agosto 2009!     (di Osvaldo Roman da Pd)

redazione@aetnanet.org








Postato il Lunedì, 03 ottobre 2011 ore 16:27:17 CEST di Pasquale Almirante
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