La notizia
l’ha data il Corriere di oggi, secondo cui il Miur, per decisione
inappellabile e univoca dell’ex portavoce della Gelmini, Massimo Zennaro (quello del tunnel e
che ora, dopo le sue dimissioni, è esperto culturale della figlia di
Berlusconi, Barbara) sta nascondendo da mesi ormai i dati dell’anno
scorso relativi ai promossi e ai bocciati per ogni ordine e grado di
scuola della Repubblica. Un nascondimento che potrebbe sembrare
inquietante se dietro non ci fosse la tenuta dell’immagine della
ministra che, avendo fatto perno e leva sulla strategia del rigore del
suo dicastero e delle sue azzardose pretese di bocciatura, panacea per
il miglioramento della cultura e del sapere italiano, come quello del
tunnel appunto, ora si trova scalzata dai dati oggettivi i quali
gridano al mondo che i promossi, per ogni ordine e grado di scuola,
sono aumentati. Di poco sembra, ma quanto basta per smentire la balzana
idea, dalla ministra prologata a gran voce, che bocciare fa bene alla
salute mentale sia dei ragazzi e sia della scuola.
Sicuramente il Verbo della ministra, su cui si sono costruite
reclame e spot gigantografici, non può essere smentito dalla
banalità dei dati oggettivi e allora ecco il nascondimento e il
pertugio dove salamoiare la
notizia.
Tuttavia pensiamo che per il ministero l’aumento dei promossi in tutte
le scuole d’Italia dovrebbe essere un dato di vanto e di onore, in
funzione del fatto che la mission della scuola è promuove, e non solo
all’anno successivo, ma al sapere e alla conoscenza, mentre ogni
bocciato rappresenta una sconfitta dell’insegnamento e della scuola in
generale. “Perché mi bocci?” fu il titolo di un convegno dell’Adi, per
sottolineare proprio questo aspetto singolare del nostro ordinamento:
dopo un anno di scuola, di rimbrotti, di lezione frontale, di
interrogazioni, di compiti e di tutto ciò che ogni giorno in classe si
vive alla fine con un colpo di spugna viene tutto cancellato.
Ecco, le bocciature si dovrebbero nascondere e pure i dati sulla
dispersione egli abbandoni che sicuramente non fanno onore a nessuno.
P.A.