Hanno lasciato
la loro città per partecipare ad una manifestazione. I ragazzi
della loro età si recano a Roma per le vacanze, per un week- end nella
città eterna... Loro no. Hanno ben altro a cui pensare: il loro
futuro... e non è roba da poco. Selene, Nino, Rossella... Sono
solo alcuni dei ragazzi della delegazione di Palermo che
incontriamo all’aeroporto. Li riconosciamo dai cartelloni
colorati che custodiscono diligentemente insieme a tracolle e zainetti.
Sono giovanissimi, solo un paio di loro hanno poco più di 20 anni,
tutti fanno i conti con un futuro che non hanno. Rossella spiega: “Ho
22 anni e sto inseguendo il mio sogno; quello di diventare insegnante
di scuola primaria. Dopo 3 anni di sacrifici, soldi spesi, gastrite e
chi più ne ha più ne metta, mi trovo davanti ad un muro.
Non mi viene permesso di entrare in graduatoria e quindi, l’unica
speranza di diventare precaria viene cancellata!”. Dinanzi alla
nostra incredulità, incalza: “Si, avete sentito bene! Ho
detto proprio precaria perché questa era la mia speranza! Volevo solo
avere una
posizione in graduatoria per poter sperare di diventare precaria!
Adesso, invece, mi
trovo ad affrontare il mio ultimo anno all’università senza nessuna
prospettiva se non
quella della disoccupazione a vita... Dove posso trovare la motivazione
per affrontare
il mio quarto anno come si deve? Dovrei ammazzarmi di studio per
niente? Tutti i
sacrifici che ho fatto e che continuerò a fare mi verranno mai
ripagati?”. Insieme ad
alcuni colleghi, ci illustra la assurda e paradossale situazione,
vissuta da migliaia di
ragazzi italiani: “Immatricolata in Scienze della formazione Primaria
nell’anno
2008/2009, con lo stesso piano di studi degli immatricolati prima di
me, mi trovo
fuori da ogni possibilità di futuro, mentre un’amica immatricolata
nell’anno
2007/2008 e laureata a giugno, perfettamente in regola con i 4 anni, è
stata convocata
per un anno di supplenza! Sono contenta per lei, ma non posso non
pensare che io
questa possibilità non l’avrò!! Cosa ho in meno di lei?? Cosa ho in
meno di tutti
coloro che si sono immatricolati prima di me? La risposta è: NIENTE,
sono solo
sfortunata perché sono più piccola!”.
Anche noi ci chiediamo: è giusto essere privati del diritto di sperare
(perchè questo
chiedono questi giovani cittadini) perchè più piccoli o perchè
immatricolati nell’anno
sbagliato?
Quasi in coro tutti ci rassicurano: “Non ci rassegnamo e lotteremo per
far valere i
nostri diritti e per far avverare i nostri sogni! Noi abbiamo questo
diritto e meritiamo
un posto nelle graduatorie per l’insegnamento... Non ci daremo per
vinti!”
Noi ne siamo convinti.
Grazie ai Media che ci sostengono, grazie a Quelli che ci sosterranno.
Con preghiera di pubblicazione e massima diffusione.
Gli studenti del cdl SFP
sfpstudenti.pa@libero.it,kocci.89@live.it,scillyscilly@hotmail.it