Galeotto fu Lucillo, e
ancora una volta il ministero dell’Istruzione si trova in difficoltà.
Non è colpa sua, a dirla tutta, ma il concorso per 2386 dirigenti
scolastici sta suscitando ilarità negli osservatori e molta
preoccupazione nei 42 mila partecipanti da quando il primo settembre è
stata messa in rete la batteria di test all’interno della quale saranno
scelte quelle della prova. Perché, se la domanda 72 della Quarta Area
parla di Lettere a Lucillo di Seneca, e invece si tratta di Lucilio,
qualche dubbio bisognerà pur porselo. Soprattutto se per formulare i
quiz è stata spesa una cifra di circa 40 mila euro, come sembra.
A occuparsene sono state un centinaio di persone convocate nel maggio
scorso dal ministero. «Sono persone di varie provenienze, tra cui
figurano anche diverse associazioni professionali», racconta l’Adi,
associazione docenti italiani, che sta seguendo la vicenda con grande
attenzione. La parte successiva è stata gestita dal Formez, agenzia
della Presidenza del
Consiglio.
Alla fine saranno 3-400 i quiz che saranno eliminati. Secondo il
Ministero si tratta di una percentuale fisiologica: «Su 5.000 quesiti è
inevitabile che ci sia una qualche percentuale di errore, e comunque la
pubblicazione serve ad eliminarli», spiega Giovanni Biondi Capo
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane,
finanziarie e strumentali. In realtà il ministero pensava che sarebbero
stati molti di meno, non di essere costretto a cancellare quasi il 7%
delle domande.
Sono 5750 infatti i quiz. Saranno contenuti in un librone che sarà
consegnato il 12 ottobre ai partecipanti, circa 84 mila euro per
stampare le 42 mila copie necessarie, dunque nessuno pensa di impiegare
altri soldi per stamparne altrettante. Né ci sarebbe il tempo per
farlo. E quindi? «Molto semplicemente i quiz errati non entreranno
nella scelta finale. La mattina della prova - spiega Biondi - saranno
estratte le 100 domande valide per il concorso da una rosa di poco più
di 5 mila invece che di 5750». Smentendo quindi la tesi sostenuta da
Luciano Chiappetta, direttore generale del Personale Scolastico del
ministero che invece aveva promesso all’Adi una pubblicazione di tutti
gli errori entro oggi.
Insomma molta confusione e nessun cambiamento per i partecipanti.
Tranne il disturbo di essere impazziti per districarsi fra errori
madornali, domande senza senso, altre ripetute fino a quattro volte,
altre ancora dalle risposte talmente ampie da rendere impossibile darne
una sola esatta.
E’ la bellezza dei concorsi italiani. La lettura dei quiz e delle
risposte è davvero imprevedibile. A volte suscita tristezza, altre
ilarità o sorpresa. Come nella domanda 72 della Quinta Area. «Secondo
le ricerche empiriche disponibili, che rapporto esiste in Italia tra
livello di istruzione raggiunto e possibilità di mobilità sociale?» Se
si hanno presente le mille indagini degli ultimi anni in cui si lancia
un allarme sul fatto che alla fine i figli sempre più spesso entrano
nel mondo del lavoro in posizioni simili a quelle dei padri,
difficilmente si potrà centrare la risposta esatta. «L’istruzione
costituisce un effettivo canale di mobilità sociale. Essa gioca un
ruolo significativo nel modellare i destini lavorativi e sociali dei
singoli». Dove? Nell’Italia del 2011? (di Flavia Amabile da
Lastampa.it)
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