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Personale ATA: Convocazioni Ata a Catania: le Oo. Ss. insorgono e sui ritardi delle nomine si profila il danno all’erario

Redazione
Comincia male l’anno scolastico a Catania e la stabilizzazione dei precari nel triennio 2011/14 costerà ancora più cara allo Stato, in quanto il danno presunto arrecato all’Erario dalle mancate convocazioni ed il temporeggiare di numerose istituzioni scolastiche, almeno fino al 19 settembre u.s., rende difficile la condizione generale delle scuole catanesi.
Tra mancate assunzioni dall’01/09/2011 ed erogazione di TFR e indennità di disoccupazione al personale non docente, Il MIUR e il M.E.F. di concerto con le OO.SS., facevano prima a trovare un accordo per assumere almeno 100 mila precari della scuola tra Docenti ed  ATA.
D’altra parte il Sindacato si è disunito proprio nel momento in cui doveva dimostrare compattezza e non ha saputo strappare l’assunzione di almeno 100 mila nomine in ruolo, e utili risparmi per l’avvenire della scuola. L’istituzione di un organico pluriennale funzionale, sollecitato più volte dallo SNALS – CONFSAL, che superi la distinzione tra posti “di diritto”, su cui operare nomine in ruolo, e posti “di fatto” su cui si effettuano nomine fino al termine delle lezioni, rimane un obiettivo ambizioso, raggiungibile ed efficace per superare le difficoltà di nomina in ruolo. Solo un organico “unico” può  consentire alle istituzioni scolastiche una progettazione pluriennale dell’offerta formativa basata sull’effettivo fabbisogno di  personale e agevolare l’ingresso nella scuola di tanti giovani laureati che aspirano a diventare docenti, creando un significativo risparmio anche per le casse dello Stato.
Avrebbe senz’altro risparmiato il MIUR, se avesse dato ascolto alle OO.SS., FLC –CGIL in testa, rianimando migliaia di precari in debito di ossigeno, dando un segnale positivo alla lotta contro la disoccupazione e alla crescita economica del Paese e del Mezzogiorno. Sarebbe costato decisamente meno stabilizzare i famigerati  “fannulloni”, “il cancro dell’Italia”, “l’Italia peggiore”, come ci ha etichettato più volte il Ministro Brunetta, molto meno di quanto spreca lo stesso MIUR e lo stesso MEF autorizzando un piano triennale che nasce male e che dall’ 1 settembre u.s., ha dato inizio ad una serie di ritardi nelle convocazioni, un danno presunto all’erario, e conseguenze dolorose sull’assetto organizzativo delle scuole, di cui la Regione Sicilia e le OO.SS. si sono fatti carico sollecitando organici adeguati ai servizi essenziali per l’istruzione di tutti gli studenti siciliani.
E’ appena il caso di ricordare che non sarebbe stato necessario neanche forzare la normativa nazionale attualmente vigente, attraverso i numerosi ricorsi al Giudice del Lavoro per la corretta applicazione della normativa europea ai contratti a termine, la cui fonte é la Direttiva Comunitaria 1999/70/CE, recepita dal D. Lgs. 368/01, con la quale si è data attuazione all’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso tra le organizzazioni intercategoriali di carattere generale (CES, UNICE, CEEP) al fine di migliorare la qualità del lavoro a tempo determinato. 
Esso contempla un principio di “NON DISCRIMINAZIONE” che vieta di trattare i lavoratori a tempo determinato in maniera meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato, a meno che il trattamento differenziato non sia giustificato da ragioni oggettive. Non ultima in tal senso è una importante sentenza della C.G.E. dell’8 settembre 2011, C177/10 che riconosce il valore del precariato e che evidenzia, che il servizio a tempo determinato va computato ai fini dell’anzianità, e che in sostanza legittima la Corte di Giustizia Europea a fare giustizia di un abuso “TUTTO ITALIANO”. 
E poi parlano di sprechi, di tagli alla spesa pubblica, di “personale in esubero o Enti inutili” da sopprimere, cancellare, mentre tornano di attualità:
la Legge n. 106 del 12 luglio 2011, che ha recepito il D.L. 13 maggio 2011 n. 70., apportando significative modifiche alla normativa europea in tema di contratti a termine;
le manovre correttive di agosto, nel tentativo del pareggio di bilancio entro il 2013;
i tagli previsti dall’art. 64 della Legge 133/08;
E’ comprensibile che la società civile lamenti pure, disservizi nelle scuole, mancanza di personale ATA, e di insegnanti, di vigilanza insufficiente, e ancora di classi pollaio, di scuole inagibili, augurandosi che non ci scappi il morto sotto il crollo di qualche parete o struttura portante, o in seguito a qualche incendio o terremoto, senza che ciò consenta di avere contezza sia del presunto danno procurato all’Erario, che del modello di calcolo di riparto degli organici del personale Docente e ATA del comparto scuola, che non riesce a garantire agli studenti in taluni casi neanche i servizi essenziali.
Certo siamo considerati ingombranti, insomma un grosso problema, ma siamo pure fin troppo propositivi e credibili. Ci si chiede, se, nella prossima manovra economica, mentre le Borse europee lanciano segnali inquietanti, si ripeterà la stessa consuetudine. Chissà, non ci sarà da meravigliarsi se a pagare saranno sempre gli stessi, ma intanto il progetto di smantellamento della scuola pubblica statale continua lento e inesorabile, tra ritardi, irregolarità, disparità di trattamento, tagli al personale, mancati investimenti nell’edilizia scolastica, il tutto mascherato sottoforma di rigore economico e lotta agli sprechi, mentre gli stessi artefici di questa disfatta finanziano le scuole private, si aumentano gli stipendi, rallentano la macchina burocratica e ci pensano bene prima di rinunciare ai numerosi privilegi di cui godono, a partire dalle “pensioni di palazzo”, fine non ultimo di un disegno politico che sta distruggendo lentamente identità e culture, i diritti e le libertà, in un clima nazionale diventato rovente, rissoso e inconcludente, che poco importa ai disoccupati, ai precari della scuola e alle famiglie e che costringe “i cervelli” a cercare altrove miglior fortuna, e la libertà di sentirsi ancora cittadini italiani.

Mario Di Nuzzo
mario.dinuzzo@libero.it








Postato il Martedì, 27 settembre 2011 ore 07:02:03 CEST di Pasquale Almirante
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