Egregio Ministro
dell'Istruzione,
con la presente mi rivolgo a Lei per far conoscere i motivi che mi
hanno spinto a rassegnare le "dimissioni", irrevocabili ed immediate,
dalla carica di "candidato al Concorso Ordinario per Dirigenti
Scolastici" .
Tali dimissioni, che rappresentano per me un fatto doloroso,
costituiscono tuttavia l'inevitabile epilogo di una situazione
oggettivamente intollerabile.
Il mio non è un atto di rassegnazione, né tantomeno un gesto
aventiniano, un “rendere le armi” ma un atto forte di testimonianza di
chi sente il dovere di difendere la propria professionalità da una
deriva “neo-assolutistica” che crea talmente tanta tensione
nell’ambiente della Scuola da condurre al delirio di onnipotenza anche
chi farebbe bene a limitare le proprie velleità (più precisamente
“sottoposti”).
Mi riferisco in particolare all'atteggiamento della sua schiera di
"Dirigentini" e dei suoi più stretti collaboratori che praticamente dal
primo giorno del loro insediamento hanno manifestato aperta ostilità a
chi verso laScuola nutre un vero e proprio sentimento di amore . Mi
chiedo se sia possibile per persone di scuola, provare quell’ebbrezza
del potere che stimola il sadismo, che diventa crudeltà, mobbizza,
spettegola, inventa fandonie per screditare tutti e spiccare nella
propria nullità.
Alla base delle mie dimissioni vi sono soprattutto i tentativi,
dapprima velati, e poi sempre più manifesti, di indebita e gratuita
persecuzione rinvenibile in diversi e ripetuti episodi nel corso di
questo anno, così per dire, scolastico.
I miei tentativi, portati avanti con rinnovata disponibilità, di
confronto civile, di confronto chiarificatore, da “uomo libero” da
qualsiasi appartenenza e “forte” della passione per il proprio lavoro,
non hanno prodotto alcun risultato.
Non ho, con questa mia, l’arroganza di tentare di innescare meccanismi
di tipo “ispettivo”, ma semplicemente sento la necessità di manifestare
a Lei il grande, profondo disagio che avverto pensando che dovrò
passare ancora tanti anni scolastici in questo clima insopportabile.
Lascio il mio "incarico" con la consapevolezza di avere sempre operato
nell'esclusivo interesse della scuola, avendo come mio unico punto di
riferimento i valori che sono stati di mio padre e che, oggi, sempre
più corroborano in me: il rispetto per le istituzioni, l’amore per la
scuola, per la cultura, per l’arte, il rigore morale. Valori, questi, e
lo scrivo con amarezza, assolutamente sconosciuti ai membri
dell'attuale Governo della scuola, tutti accomunati dal fatto di non
sapere qual è la differenza tra l'essere e il dover essere.
Una differenza, questa, che invece io conosco bene.
Colgo l'occasione per ringraziarla della sua preziosa attenzione.
prof. Marco
Indellicati -
docente di Educazione Fisica e Scienze Motorie - Taranto
(ITALY................)
marco.indellicati@alice.it