La scuola
italiana è a rischio – e purtroppo – da più punti di vista. Come se non
bastassero le proteste dei precari, il sovraffollamento delle aule, la
carenza di personale. In Italia il futuro delle istituzioni scolastiche
non è sicuro, a partire dai luoghi dove si svolge l’attività formativa,
dove per numerose ore al giorno siedono bambini ed adolescenti. Nel
nostro Paese la maggior parte delle scuole, circa il 46%, è a rischio
di crollo. Sono edifici costruiti tra il 1965 ed il 1990, e che
quotidianamente ospitano 9 milioni di persone la cui incolumità è in
pericolo. Sono i dati forniti da Gian Vito Graziano, presidente del
Consiglio Nazionale Geologi, a pochi giorni dall’inizio dell’anno
scolastico. “Il 57% delle nostre scuole – ha detto Graziano – non
possiede il certificato di idoneità statica, cioè quel documento che
certifica la buona salute dei pilastri, delle travi e di tutte le parti
strutturali di un edificio, e il 34% delle stesse è ubicato in aree
sismiche”.
Dichiarazioni allarmanti che appaiono maggiormente tali se si passa a
prendere in considerazione la situazione della nostra Isola. “In
Sicilia, il 90% degli edifici pubblici verificati non hanno superato i
test antisismici”, fa sapere Emanuele Doria, presidente dei Geologi di
Sicilia, che spiega come il presente stato di cose sia determinato dal
fatto che l’11% degli istituti scolastici nazionali sono ospitati
presso edifici originariamente sorti per altri usi e che nel corso
degli anni non sono stati adeguati sulla base della nuova normativa
relativa all’edilizia scolastica.
Mario Centorrino, assessore regionale all’Istruzione e Formazione
Professionale, non nasconde la propria preoccupazione. “Da più tempo
denuncio questa situazione – ha ribadito a BlogSicilia – sinora abbiamo
usufruito di finanziamenti intermittenti e discontinui dettati da
qualche grave contingenza. Non si può più aspettare, urge un progetto
organico che stabilisca su quali edifici intervenire prioritariamente,
soprattutto alla luce del ridimensionamento complessivo del sistema
scolastico. Purtroppo – continua Centorrino – ci siamo abituati a
questi interventi “spot”, che sono diventati prassi anziché rimanere
eccezione. Quasi come se fossimo alla mercé della buona volontà del
Ministero dell’Istruzione piuttosto che della Protezione Civile”.
Eppure in Italia, dentro gli edifici scolastici, si sono consumate
tragedie reali che non possono essere dimenticate. Come nel 2002,
quando il crollo della scuola “F. Iovine” di San Giuliano di Puglia,
provocò la morte di 27 bambini ed una maestra. All’inizio la colpa fu
data alle scosse di terremoto che interessarono l’intera zona il 31
ottobre, ma poi si capì che sisma a parte, la scuola non era sicura.
Vennero condannate 5 persone, tra le quali il sindaco, il progettista
ed il geometra del Comune. Nel 2008, crolla il tetto del liceo “Darwin”
a Rivoli.
Un diciassettenne viene travolto dalle macerie e perde la vita. Nel
2011, inquietanti campanelli d’allarme provengono da più parti
d’Italia. Crolla il tetto di un’aula dell’istituto “Tomasetti” di Roma,
nessun morto o ferito per fortuna; i bambini infatti erano fuori in
visita didattica. A Serradifalco, in provincia di Caltanissetta,
crolla, invece, un’ala del terzo piano della scuola elementare “G.
Verga”.
Anche qui tutti salvi, le aule di quella parte di edificio erano state
spostate da poche ore per l’inizio dei lavori di ristrutturazione. Se
ci fermiamo a riflettere, è indubbiamente scandaloso che, anche andare
a scuola, debba essere considerata una situazione di pericolo.
Ultim’ora!: Anche a Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania,
proprio all’inizio dell’anno scolastico, il plesso centrale
dell’Istituto Comprensivo “Gabriele D’Annunzio”, adibito a scuola
materna ed elementare, è stato dichiarato inagibile e chiuso. Il
sindaco, con la preside della scuola, cercano una soluzione, adeguata e
definitiva, per ovviare al grave disagio. Intanto i bambini aspettano
ancora. Anche questa è la nostra scuola.
Veronica
Femminino, da BlogSicilia, del 19 settembre 2011