Se si urta qualcuno la
buona educazione esige che si chieda scusa, ma se il Miur fa
sconvenienze di ogni tipo, compreso il pasticcio pasticciato dei quiz
per la preselezione al concorso a preside, accade quasi che la colpa di
tanto sfacelo sia dei candidati che hanno denunciato l’ignoranza e non
già dell’autore stesso portatore di strafalcioni. Spie di questo
atteggiamento sono la risposa che FormezItalia ci ha spedito a seguito
delle proposte di revisione, a firma del nostro Libero Tassella, delle
5mila e rotti domande, e delle conseguenti risposte, formulate nel
brogliaccio-libro pubblicato in rete, e l’altra del dirigente
ministeriale che alla collega in preda a legittimi e razionali dubbi
sugli errori pacchiani dei quiz rispondeva: pensi a studiare,
dove c’è tutta l’arroganza del potere insieme al fastidio permaloso nei
confronti di una lavoratrice che in quanto tale ha solo doveri e non
diritti; insomma la buona regola del cappello in mano, di antica
cultura feudale, non sembra abbia sbaraccato dalle stanze ministeriali.
Ma non solo! A tanto sfacelo si aggiunge la fuga delle vacche dal
recinto delle mandrie che fuori di metafora ha interessato la polizia
postale quando è stato denunciato che già alcuni (amici degli amici?)
sapevano un mese prima del primo settembre dove dormisse la
lepre, nel senso della conoscenza furbesca, affabulante e anche
canagliesca dei quiz che invece il popolo comune della scuola ha atteso
con trepidante senso.
Nessuna scusa dunque da parte del Miur e della nostra ministra che
quanto meno avrebbe dovuto spiegare, illustrare, motivare ciò che è
successo, nella considerazione che un concorso di questa natura, della
selezione di dirigenti scolastici che dovrebbero avere sulle spalle la
responsabilità di scuole con oltre 1000 alunni e parecchie dozzine di
insegnanti e personale Ata, insieme a uno stipendio, comprese le
indennità di funzione, di tutto rispetto, non è cosa da poco.
E invece nulla, dove questo incolmabile nulla denuncia la scarsa
considerazione che si ha per la scuola e per la nomina dei dirigenti
che a questo punto risultano quasi figure marginali anche se un po’ più
dei docenti contro cui se ne sono sentite, come è noto, di tutte le
tonalità.
Aetnanet.org come ha già scritto il nostro Polibio, dopo una
analisi redazionale della situazione, ha proposto l’azzeramento del
bando e una sua riposizione con date e termini del tutto nuovi (benché
il nostro obiettivo principale rimanga l’elezione diretta del dirigente
che è sempre più dignitoso, democratico, corretto ed equilibrato di un
concorso anche perché il preside sarebbe a tempo), pure nella evidente
considerazione, sia dello slittamento di una settimana dalla primitiva
data della prova preselettiva diramata dal Miur, che già denuncia
pateracchi e difformità rispetto al bando, e sia l’imbroglio dello
slittamento ultimo della presentazione della domanda, dal 16 al 19
agosto, e che ha tratto in errore moltissimi colleghi. Tacciamo delle
tante esclusioni di colleghi dalla partecipazione al concorso per
mancanza di titoli, come i docenti di educazione fisica, perché
innescheremmo polemiche ancora più robuste dal momento che una
quarantina di ex professori Isef da qualche giorno sono
dirigenti in grazia di una Legge fatta ad hoc, per cui non si
capisce ancora perché loro si e questi no. Un ginepraio dunque
forestale all’interno del quale è arduo trovare la diritta via e dove
l’unica Beatrice che la dovrebbe indicare preferisce comiziare
(Governo: Gelmini, occorre rafforzare questa maggioranza;
GOVERNO: GELMINI, IN ATTO STRATEGIA TENSIONE CONTRO DI NOI;
Governo: Gelmini, occorre rafforzare questa maggioranza (2) ;
Intercettazioni: Gelmini, no alla strategia della tensione ecc.
ecc.) per il motore mobile di Arcore, il nuovo paradiso dove brillano
le stelle, ma dove solo a pochi è permesso entrare (per fortuna).
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org