Se lo
avessero fatto apposta probabilmente non ci sarebbero riusciti,
tuttavia è tanto evidente l’accanimento nell’errore da fare sorgere il
sospetto di una evidente propensione al masochismo, visto che
sicuramente i contenziosi tra il Miur e buona parte di docenti che
saranno esclusi dal prossimo concorso a dirigente scolastico nasceranno
come funghi. Come è noto, il 12 ottobre scatta la preselezione, a
carattere regionale, tra gli oltre 40mila candidati per ricoprire
2.386 posti di preside in tutta Italia e già si coglie la prima deroga
al bando che l’aveva invece fissata al 5. Lo slittamento di una
settimana è poco significativo, più grottesco è stato invece la proroga
dal 16 al 19 agosto del termine ultimo per inoltrare la domanda che in
un primo tempo aveva fatto pensare a un rinvio generalizzato,
sennonché troppo tardi troppo si è capito che riguardava solo una certa
categoria di aspiranti, per cui tutti coloro che si erano attardati su
questa ambigua notizia si vedranno esclusi. Roba da burocrazia
spicciola, si potrebbe dire, se dal primo settembre a oggi, da quando
cioè il Miur ha pubblicato la batteria dei 5.750 test da cui a ciascun
candidato ne verranno consegnate 100, non si fosse scoperto man
mano una serie invereconda di errori di ogni tipo: di grammatica, di
sintassi, di contenuto, di esposizione, di ambiguità, opinabilità così
via. Un museo dell’errore che sarà concentrato in un libro di 1.700
pagine che sarà consegnato a ciascun candidato insieme al foglio
con i 100 quiz a risposta multipla dove troverà i riferimenti da
spulciare nel fatidico libro: in 100 minuti dovrà rispondere
positivamente, per essere ammesso al concorso vero e proprio, ad almeno
80 quesiti. Se appare fantascientifico fare tutte queste operazioni in
cento minuti, più straziante è invece, per il corretto svolgimento del
concorso, il fatto che i 5750 quiz siano venuti a conoscenza di
molti professori ancora prima della data fissata per legge, il
primo settembre, tant’è che la polizia postale sta indagando su questa
stranissima fuga già denunciata ai primi di luglio. Quando dunque
Gelmini parla di serietà e di merito dovrebbe riflettere, mentre
dovrebbe dire al più presto le modalità di formulazione dei test, chi è
stato l’estensore e quali indicazioni ha avuto, chi ha vigilato. Ma
domanda delle domande : saranno veramente corretti gli oltre mille
quesiti formulati a casaccio? E visto che molti ne sono venuti in
possesso fuori dalla legge, non c’è già vizio sul nascere per
annullare tutto in radice?
Pasquale
Almirante - La Sicilia del 18 settembre 2011