Il Consiglio
di Stato, Sez. VI, nella Camera di Consiglio del 13 settembre 2011, ha
accolto il nostro appello avverso le ordinanze cautelari del T.A.R. del
Lazio, Sez. III bis – nn. 2073 e 2963 – che aveva respinte le istanze
di sospensiva dei provvedimenti impugnati: C.M. n. 21/11 avente ad
oggetto “Dotazioni organiche del personale docente per l’a.s. 2011/12 –
trasmissione schema di Decreto interministeriale” e nota del Direttore
Generale del Dipartimento per l’Istruzione presso il M.I.U.R., prot. n.
272: “Attuali classi di concorso su cui confluiscono le discipline
relative al primo e secondo anno di corso degli istituti di II grado
interessati al riordino”.
In particolare, il giudice dell’appello, con l’Ordinanza n. 3926/11, ha
accolto il ricorso dell’Unicobas ai sensi dell’art. 5, co. 10, del
vigente Codice del procedimento amministrativo, che dispone: quando “le
esigenze del ricorrente siano apprezzabili favorevolmente e tutelabili
adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio di merito” …il
Consiglio di Stato trasmette la pronuncia di appello “al T.A.R. per la
sollecita fissazione dell’udienza di merito”.
In altri termini, il Consiglio di Stato ha stabilito che l’originario
ricorso proposto da Unicobas è fondato e ne ha anche scritto la
motivazione (“stante la tipicità dello strumento regolamentare” … “cui
l’art. 64, co. 4 del D.L. n. 112
del 2008, affida, tra l’altro, la razionalizzazione ed accorpamento
delle classi di concorso” … … “appare, in conseguenza, preclusa
ogni misura anticipatoria in via amministrativa del contenuto e degli
effetti del provvedimento regolamentare”), per cui il TAR del Lazio deve fissare
l’udienza di merito in tempi rapidi per definire con sentenza, cioè per
annullare i provvedimenti illegittimi impugnati con l’originario
ricorso.
Rimane, quindi, valido, in attesa di tale ultima decisione di merito
(il cui esito favorevole è stato appunto definito dall’ordinanza del
Consiglio di Stato del 13/09/2011), il fatto che i docenti danneggiati
dai provvedimenti adottati dai dirigenti scolastici e dagli uffici
scolastici a livello provinciale nell’osservanza della C.M. n. 21/11
debbano adire il Tribunale Civile – Sez. Lavoro – competente per
territorio (sede della scuola di titolarità o dell’ultimo incarico) per
chiedere il riconoscimento per l’a.s. in corso del diritto ad
occupare una cattedra destinata ai docenti della classe di concorso
A052, in forza della normativa tuttora in vigore, che riserva
l’insegnamento di latino e greco nei licei classici esclusivamente a
coloro che ne possiedono la specifica abilitazione.
Ciò in quanto le modifiche delle attuali classi di concorso ed il loro
accorpamento (con la preannunciata dichiarazione di “atipicità”)
diverranno legittime solo dopo l’eventuale approvazione del relativo
Regolamento nel testo preannunciato dall’Amministrazione centrale. Il
Consiglio di Stato ha condannato, inoltre, il M.I.U.R. risultato
soccombente, al rimborso delle spese legali del giudizio cautelare
d’appello anticipate da Unicobas- Scuola.
Avv. Arturo SFORZA del Foro di Roma
L'Unicobas INCONTRERÀ GLI INSEGNANTI DELLA A052 PRESSO LA PROPRIA SEDE
NAZIONALE di V. Tuscolana, 9 in Roma alle h. 15.00 di MARTEDÌ 27
SETTEMBRE con la presenza dell'Avv. Sforza.
Questa importantissima sentenza rende giustizia ai professori di
italiano, latino e greco, ai quali la Gelmini aveva tolto il lavoro (se
precari) o la titolarità della propria cattedra (se di ruolo). Rende
inoltre giustizia alla scuola italiana, già oltremodo colpita da una
controriforma sciagurata e minimalista che ha ridotto lo studio della
storia nella Primaria, destrutturato i moduli ed il tempo pieno
'spalmando' i docenti anche su 10 classi, nonché la Secondaria
Superiore con la creazione di un liceo scientifico senza il latino.
Rende giustizia agli studenti del Ginnasio, che hanno visto spezzarsi
l'insegnamento unitario di italiano, latino e greco (materie
strettamente correlate), distruggere la continuità didattica da un anno
all'altro e cattedre di materie fondamentali assegnate a docenti non
abilitati, utilizzati senza rispetto in funzione di un 'tappabuchismo'
spicciolo preferito da un governo accattone col bene pubblico e
sprecone verso la casta ad una seria ed adeguata pianificazione delle
assunzioni. Rende infine giustizia all'Unicobas, che ai danni del
governo ha risposto con un'opposizione seria e puntuale. Così come al
'sostituzionismo' di certa demagogia parolaia avida di consensi ma
capace solo, nella fattispecie del partito dipietrista, di trascinarsi
dietro qualche precario senza fornirgli altro supporto che inutili
incontri con qualche burocrate del Ministero dell'Istruzione, col
risultato di un olimpico nulla di fatto. Ora tutti i docenti
danneggiati riotterranno con la nostra assistenza legale il lavoro e la
dignità professionale che erano stati loro sottratti.
Stefano d'Errico
Segretario nazionale Unicobas Scuola