Ora esiste una nuova
categoria: i supplenti in virtù del Tar. Ci sono circa 2-2500
ricorsi al Tar di chi ha chiesto il trasferimento da una nuova
provincia. L’accordo trovato dopo mesi di nebbia e confusione totale,
prevedeva che un terzo delle cattedre, cioè ben 10 mila, fossero
attribuite sulla base delle graduatorie dell'anno scorso, mentre le
restanti 20.308 sulla base delle nuove graduatorie appena rinnovate. Ma
le vecchie graduatorie sono quelle che la Corte Costituzionale aveva
bocciato ordinando che nell'aggiornamento delle graduatorie a
esaurimento il personale docente avesse diritto al trasferimento e
all'inserimento a pettine secondo il proprio punteggio, e dunque
secondo criteri di merito, e non in coda secondo l'anzianità di
iscrizione in
graduatoria.
In questa confusione proliferano i ricorsi. Ma intanto l’anno
scolastico è iniziato e in qualche modo bisogna pur far funzionare le
scuole in attesa della sentenza dei tribunale. Il posto resta vacante,
infatti, e chi ne avrebbe diritto deve aspettare il giudizio
amministrativo. Il ministero ha deciso di risolvere il problema
assegnando ai dirigenti scolastici la competenza di nominare nel
frattempo dei supplenti.
«Nominare un supplente vuol dire fare in modo che qualcuno che ha molti
meno punti venga preferito. E’ una palese ingiustizia. Il ministero
avrebbe dovuto prendere invece provvedimenti che garantissero una
continuità, invece di aumentare la confusione», commenta Massimo Di
Menna, segretario generale della Uil.
I supplenti in virtù del Tar dovranno essere nominati in questi giorni
in tutt’Italia ma spesso non sanno neppure da quale graduatorie
verranno chiamati, graduatorie che in base alle recenti disposizioni
possono essere collocate anche in province distanti tra di loro
migliaia di chilometri.
«Per evitare che nelle scuole del nord arrivino i supplenti meridionali
che ne hanno diritto in base graduatoria, il governo ha deciso che
d'ora in poi si terrà conto di due diverse graduatorie, col risultato
che adesso nessuno sa più chi deve andare insegnare in un posto e chi
invece, pur avendone diritto, deve restarsene a casa», ha sottolineato
il leader dell’Idv Di Pietro.
«Non è questo il punto sul quale concentrarsi - ha replicato Mario
Pittoni, senatore della Lega Nord e capogruppo del Carroccio in
commissione Istruzione del Senato, - ma i superpunteggi dei docenti che
in alcune zone di Italia sono il doppio, se non il triplo di altre».
Dal prossimo anno tutto rischia di essere anche più complicato e
penalizzante per i professori. Il ministero ha infatti stabilito che le
graduatorie rimarranno identiche fino al 2013. Ma le assegnazioni
devono essere effettuate di anno in anno. «Ancora un’ingiustizia -
commenta Marcello Pacifico, presidente dell’Anief - e per di più se si
crea un problema nelle assegnazioni sarà impossibile correggerlo per
tre anni».
(di Flavia Amabile da La Stampa)
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