Con una
richiesta d’incontro urgente inoltrata ai Presidenti dei Gruppi
Parlamentari presenti all’Assemblea Regionale Siciliana, la FLC
regionale avvia la sua campagna di mobilitazione in Sicilia per
rilanciare il progetto di un’altra scuola pubblica che ritorni ad
essere strumento di crescita sociale e democratica ed offra ai giovani
siciliani le stesse opportunità dei coetanei di altre regioni del Paese.
Nel giorno dello sciopero generale della CGIL, la FLC siciliana
rilancia la mobilitazione con una campagna di controinformazione che
metterà in campo in tutte le scuole: una resistenza intelligente nella
scuola assediata dai barbari che aggrediscono cultura e democrazia.
Chiederà agli operatori della scuola e ai dirigenti scolastici di
tenere le scuole aperte nelle ore pomeridiane e farle diventare luoghi
liberi di discussione, di confronto e di elaborazione per denunciare
ancora una volta l’indignazione per le scelte orribili del Governo
sull’istruzione e sull’alta formazione e rilanciare avanzando proposte
da offrire al dibattito politico e ai partiti dell’opposizione.
Insegnati, studenti, personale ATA, dirigenti, genitori, tutti insieme
per chiedere a voce alta una scuola di qualità per il futuro dei
giovani; insieme a loro le Istituzioni locali, la società civile e i
rappresentanti delle assemblee elettive dei Comuni e delle Province. Le
scuole e gli atenei aperti devono diventare il cuore pulsante della
protesta democratica e della proposta politica. Non c’è sviluppo del
Paese senza Conoscenza, non c’è sviluppo del Paese senza il meridione
del Paese.
Non c’è futuro per la scuola pubblica statale “di tutti e di ciascuno”
con questo Governo; occorre che questo dibattito diventi patrimonio
collettivo nel Paese per un’alternativa di Governo che si faccia carico
di una scuola inclusiva, garantisca l’eguaglianza e le pari
opportunità.
Siamo alla vigilia dell’apertura di un nuovo anno scolastico che
comincia nel segno della continuità dei tagli
che dopo tre anni rende quasi impossibile il regolare funzionamento
delle scuole e un’offerta formativa adeguata alle richieste delle
famiglie e delle aspettative degli studenti. Tagli che creano inoltre
condizioni di scarsa sicurezza negli edifici scolastici in violazioni
delle norme di legge.
La scuola siciliana ha ridotto gradualmente l’offerta formativa, il
tempo scuola, le occasioni di studio per gli adulti, le ore di sostegno
per gli alunni disabili, il personale tecnico per i laboratori, il
personale per le pulizie e per la vigilanza di classi sempre più
affollate e con una dispersione scolastica che è ritornata a crescere.
Per il prossimo anno scolastico si profila una consistente revisione
della rete scolastica con parametri fissati dal Governo che
cancellerebbero circa un terzo delle dirigenze nelle scuole
numericamente sottodimensionate nei comuni minori e nelle isole; una
condizione questa di scarsa governabilità e di precarietà
intollerabili. Tale situazione, anche per le condizioni insufficienti
dei bilanci comunali, metterebbe a rischio l’esigibilità del diritto
allo studio per tanti studenti siciliani.
Non è trascurabile, poi, sotto il profilo sociale la condizione
occupazionale che ha travolto i precari siciliani con circa 15 mila
lavoratori della scuola che hanno perso il loro lavoro negli ultimi tre
anni. Alcuni di questi per poterlo recuperare, dopo 10/15 anni di
lavoro, ed in età avanzata, hanno dovuto fare le valigie ed emigrare
nelle scuole del Nord. Altri, che non possono recuperarlo, protestano
in modo spontaneo e in preda alla disperazione con forme estreme come
lo sciopero della fame o con atti autolesionistici. Una condizione
sociale inaccettabile per una Regione maltrattata dal Governo e dalla
sua maggioranza anche nelle recenti assunzioni dove la Lega Nord ha
imposto al Ministro Gelmini 10 mila assunzioni dalle vecchie
graduatorie dichiarate incostituzionali, per ragioni clientelari
penalizzando così, spudoratamente, i meridionali.
La Regione, in questi giorni sembra muoversi, colpevolmente in ritardo,
per chiedere organico in deroga più sotto l’onda emotiva suscitata
dalle iniziative spontanee di alcuni precari che per convinzione
politica e disegno strategico.
La FLC siciliana esprime solidarietà ai precari che da oltre una
settimana protestano con lo sciopero della fame a Palermo davanti la
Presidenza della Regione, a Ragusa davanti l’Ufficio scolastico
provinciale e a Siracusa, al Santuario della Madonna delle lacrime. Una
forma di protesta che comprendiamo nelle ragioni di base ma che non
possiamo condividere per il rispetto che ognuno deve avere per la
propria persona. Per questo invitiamo gli scioperanti della fame a
desistere e a riprendere ad alimentarsi.
Dopo le manifestazioni regionali a Palermo contro i tagli agli organici
del 2 maggio, dinanzi l’Assessorato regionale dell’Istruzione e della
formazione professionale e dell’11 luglio davanti la Prefettura di
Palermo, la FLC siciliana nei prossimi giorni deciderà, insieme al
coordinamento regionale dei precari, le modalità per continuare la
mobilitazione regionale e nei territori perché un’altra scuola pubblica
statale è possibile.
FLC CGIL Sicilia
sicilia@flcgil.it