In quest’ultima
settimana i giudizi della stampa quotidiana nazionale( e non ),
laica e cattolica, sui nostri politici parlamentari, impegnati
oramai da mesi a litigare per far quadrare i conti della
manovra finanziaria e risanare ( anche ) il debito pubblico, non sono
apparsi particolarmente lusinghieri.
”Gestire una crisi senza offrire prospettive è del tutto
demotivante per chi poi deve pagare tasse e balzelli. Ma
anche per i giovani, sui quali questa crisi pesa come un macigno: ora
la qualità già precaria del loro futuro è, se possibile, ancora più
compromessa” . Così, U. Sartorio, nel “Messaggero di Sant’Antonio,
testata cattolica dei francescani conventuali di Padova. E di
rincalzo, l’ ” Avvenire”, dei vescovi, parla di un Paese che affoga
e che non riesce a uscire dal pantano, e di una classe politica
incapace di affrontare i problemi reali della gente. I problemi
della famiglia, della scuola , del lavoro, dell’occupazione dei
giovani, della società civile.
La classe politica? “ Classe di somari”. Quelli che ci
amministrano? “ Dilettanti al potere”! Ciò che manca ai
governanti? “La serietà”! Questo, in estrema sintesi,
quanto emerge in questi giorni dalle analisi degli opinionisti : non
c’è più certezza di nulla, se non della leggerezza
mentale-comportamentale, e del pressapochismo, dei nostri politici, che
sembrano aver perso la bussola dell’orientamento e procedere “ a
tentoni”. Siamo allo sbando, nel caos etico-politico( oltre che
finanziario) più totale, e, ancor peggio, ogni giorno che passa, il
pessimismo della intelligenza sembra fare aggio sull’ottimismo ( si fa
per dire) della volontà.
Se è vero che la cultura “è il tentativo di dare una forma
e un ordine al caos”, allora bisogna a malincuore riconoscere che in
questo momento nel nostro paese è proprio una cultura seria,
della classe politica ( ma non solo), ad essere latitante.
Nuccio Palumbo
antoninopal@katamail.com