Armati di
libri per gli esami della sessione alle porte o per chi dovrà
sottoporsi ai test d’ingresso, dal Ministero della Pubblica Istruzione
arriva una novità che spaventa i giovani che da settembre
frequenteranno il quinto anno di scuole superiori.
Fatti gli esami di maturità, il Ministero ha deciso che i neodiplomati
saranno sottoposti a un test nazionale per mettere in palio borse di
studio di 10 mila euro. Premio in somma economica che non guarderà i
redditi ma solo gli studenti con il punteggio più alto. Unica
richiesta? Staccare il cordone ombelicare e andare a studiare lontano
da
casa.
Sarà necessario attendere il bando dopo il test, per verificare se
basterà cambiare regione o scegliere determinate università
prestabilite. La media del 27 è la condicio sine qua non per mantenere
la borsa di studio. Dal secondo anno il contributo non sarà a fondo
perduto ma sarà un prestito d’ onore: bisognerà restituire quanto
ricevuto solo quando lo studente avrà trovato il suo primo lavoro. Se
ci si laurea invece con 110 e lode non sarà necessario restituire i
soldi ricevuti.
Per partecipare al test nazionale, alla maturità bisognerà prendere da
80 a 100 come punteggio di diploma. Una piccola tassa di cinque euro
sarà richiesta per coprire le spese. Quando sarà fatto il test? Nella
seconda metà di Luglio, una volta che saranno pubblicati i quadri degli
esami di stato. Non sarà necessaria la preparazione prettamente
scolastica ma il test sarà basato sulle competenze di base, ovvero
dalla comprensione del testo alla logica.
Il luogo dove recarsi per fare i test? Le università, una per regione,
due università nelle regioni piu’ grandi.
«Anche in Italia - afferma il Ministro dell’Istruzione Mariastella
Gelmini - parte un sistema di valutazione organico per premiare i
migliori anche se in difficoltà economiche».
Il lato negativo di questo test è che non guarderà le famiglie povere e
meritevoli di permettere al proprio figlio di proseguire gli studi ma
solo il risultato degli studenti. I fondi ammontano a 30 milioni di
euro, 10 milioni sono stanziati dal ministero dell’ Istruzione, gli
altri 20 dai fondi Pon dell’ Unione europea.
Le borse di studio non saranno gestite dalle Regione ma dalla
Fondazione per il merito con la collaborazione dei ministeri dell’
Istruzione e dell’ Economia :
«Un progetto che unisce impresa, formazione e ricerca» continua la
Gelmini.
L’autore del saggio Meritocrazia Roger Abravanel commenta : «Sono lieto
che si vada nella direzione di premiare l’ eccellenza con un sistema
che misura in modo obiettivo il merito degli studenti»
Danilo Ruberto
(da http://www.controcampus.it)
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