Assegnati gli incarichi negli
asili, ma tante maestre ottengono la
cattedra solo grazie all’invalidità superando chi ha più punti e anni
d’insegnamento. Malaguti: «Chi fa il furbo sarà denunciato».
Sala gremita e tanto malcontento. Ieri mattina al Polo Leonardo erano
oltre 200 le insegnanti convocate per le agognate nomine in ruolo, il
tanto atteso posto fisso, assegnato a 161 di loro, prese dai
contingenti 2010/11 e 2011/12 e destinate alle scuole dell’infanzia.
Per molte quindi l’uscita dal tunnel del precariato lungo 16 o 25 anni.
Come Roberta, insegnante a Zocca, che finalmente ce l’ha fatta: «Sono
stata 9 anni in una scuola privata. Ero sottopagata, ma l’ho fatto per
il punteggio. Adesso dopo 16 anni entro in ruolo», conclude contenta.
Anche per Silvia Aravecchia, dopo 34 anni di insegnamento, una boccata
di ossigeno: «Entro in ruolo come insegnante di religione, vedremo come
va». Dopo l’ottimismo, le polemiche, e su tutto il fantasma dei
certificati di invalidità. Su questo interviene un’insegnante: «Sono da
20 anni in servizio, ho valicato i monti e fatto ogni cosa. Adesso ho
158 punti, ma sono stata sorpassata da persone che attraverso un
certificato prenderanno il ruolo con 16 o 60 punti. Oltre al fatto
dell’invalidità in molti prendono i punti con il sistema della
formazione on line. Si pagano 600 euro e si prendono 3 punti. In questo
modo accedono all’insegnamento persone incompetenti e chi ci rimette è
la qualità della scuola». Su questo interviene Roberto Capponcelli, del
Gilda: «Attraverso questo certificato di invalidità potrebbero entrare
in ruolo fino al 50% degli insegnanti, che significa 80 posti di ruolo
sui 161 disponibili. Dopo tanti anni molti colleghi precari trovano
finalmente la stabilizzazione, e questo garantisce anche un
miglioramento dell’attività didattica. Oggi potrebbe essere una
giornata di festa, ma vedo tante persone arrabbiate per le loro
condizioni di lavoro». C’è un’insegnante che punta il dito sulla poca
chiarezza che avvolge il mondo della scuola, dove per avere
informazioni su graduatorie e ruoli bisogna girare sindacati e uffici,
rivolgersi al passaparola e ad altri mezzi, perché se si perde un pezzo
si resta fuori. Molti i genitori che hanno accompagnato i propri figli,
e che sperano di vederli sistemati dopo anni di precariato; mentre per
Barbara Tintorri, venuta da Formigine, la strada davanti è ancora
lunga: «Stamattina sono qui per vedere se riesco ad entrare in ruolo
l’anno prossimo. Per adesso mi tocca vivere un altro anno di
incertezza. Ho 146 punti, 15 anni di servizio, e anche a me da fastidio
vedere chi passa davanti con pochi punti e un certificato. Posso
comprendere ma sinceramente da fastidio». Immediato l’intervento del
provveditore Gino Malaguti che promette controlli e vita difficile per
i furbi: «Chi ha presentato il certificato di invalidità avrà tempo 30
giorni per portare i documenti originali. Se uno li ha falsificati o
omesso dei dati noi faremo denuncia penale oltre a depennare il
candidato dalla graduatoria».
Marco
Amendola - Gazzetta di Modena del 01 settembre 2011