L'anno
scolastico è alle porte e stavolta dopo le riforme dei cicli
d'istruzione adottate dall'attuale governo nell'ultimo triennio, quella
che gli otto milioni di alunni e studenti italiani troveranno, a
partire dal 12 settembre, sarà una scuola diversa soprattutto dal punto
di vista organizzativo: a seguito del dl n. 98, convertito nella legge
15 luglio 2011 n. 111, "Disposizioni urgenti per la stabilizzazione
finanziaria", il 60 per cento delle scuole infanzia ed elementari si
ritroveranno infatti accorpate in sedi più grandi, i cosiddetti
istituti comprensivi, e ciò comporterà il cambiamento dei presidi e
degli uffici di
segreteria.
Tutto questo accadrà perché le nuove disposizioni, che
comporteranno la riduzione di spese per la rete scolastica di circa 200
milioni di euro l'anno, prevedono che i nuovi e i vecchi istituti
comprensivi dovranno avere almeno 1.000 alunni. Un resoconto
dettagliato delle modifiche apportate è stato pubblicato oggi dal
periodico Tuttoscuola, che ha preparato una sintesi degli effetti della
manovra bis di luglio, attraverso cui il governo "ha chiamato ancora
una volta la scuola a contribuire ai risparmi di sistema in modo più
incisivo di quanto, forse, sia stato percepito dall'opinione pubblica e
in molti casi anche dai diretti interessati".
Cosa succederà, in sintesi? Circa 5.700 delle attuali 10.500
istituzioni scolastiche esistenti saranno accorpate, con "più di 5
milioni di famiglie vedranno modificato il loro riferimento con la
segreteria della scuola e con il dirigente scolastico".
(TMNews)
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