Leggo le note di
Fioretto e la risposta dell'amico Pasquale , dico che non sono
d'accordo con l'elezione del preside da parte del Collegio dei docenti.
Questa prassi è in vigore in Portogallo. forse ancora in Ungheria e
credo in altre nazioni.
Non esiste da noi la cultura del merito e del riconoscimento delle
capacità degli individui. La scuola è lo specchio della società. Così
come si votano, molto spesso, i politici non per il loro merito ma per
la capacità di saper fare favori, ancor di più questa prassi sarebbe
applicata nella scuola. D'altra parte se , nella stragrande
maggioranza dei collegi dei docenti non si riescono a saper
contestare le malefatte di presidi del tipo di cui parla Fioretto ,
come si può pensare che riescano ad eleggere colleghi dotati di serie
capacità.
Personalmente sono convinto che se si riuscissero a creare , come
avviene nelle aziende , delle commissioni di esperti che facessero dei
colloqui psicoattitudinali per verificare le capacità relazionali
e decisionali di coloro che fanno domanda per partecipare al concorso,
vi sarebbe una bella scrematura e certamente sarebbe ridotto al minimo
il numero di coloro che sono del tipo di quelli descritti da fioretto.
il concorso dovrebbe essere svolto lo stesso. comunque non e' detto che
se non si e' perfetti italianisti non si e' capaci di fare il
preside certamente ve ne sono parecchi di presidi del tipo
evidenziati da fioretto , ma il danno si risolve con la creazione di
una struttura ispettiva del tipo quella francese e non con i 150
ispettori che ancora devono fare gli esami dell'ultimo concorso indetto
dalla Gelmini.
Giuseppe
Moncada
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