Lettere in redazione
Cari colleghi, a proposito del concorso a 2386 posti a D.S. si è detto
tanto e forse, di più!
Dopo le problematiche che hanno visto alla fine il parto asfittico di
tale concorsone, alcuni autorevoli docenti e opinionisti hanno espresso
alcune “considerazioni” su un’altra parte di colleghi, di ruolo ma
(colpa grave) da meno di 5 anni, o (addirittura) non di ruolo ma con
20, 30 anni di precariato STATALE, definendoli quelli dello “stellone”!
Furbastri che senza averne “titolo” vogliono usurpare il posto agognato
di Dirigente agli aventi Titolo!
Che dire: certamente hanno ragione tali colleghi, stando al bando di
concorso, ovviamente! Perché poi certo essi non saprebbero spiegare la
ragione per la quale un docente con 15, 20 o più anni di precariato
dovrebbe essere meno meritorio all’incarico di Dirigente scolastico, di
un collega di ruolo da 6 o 7 anni e…. basta!
Ma c’è di più: cosa spinge alcuni appartenenti (per fortuna non tutti)
l’una categoria di concorrenti a guardare con ciglio aggrottato l’altra
categoria, vale a dire gli ormai “famosi” 4114 non aventi titolo
(sempre secondo il bando ovviamente..)?
A parte l’istintivo mi vien da dire, “battaglione dei poveri” capace
d’ingenerare la conseguente solita “guerra” dei poveri, cosa temono i
ben 40.000 circa aventi titolo, da questo sparuto gruppetto di
concorrenti-ricorrenti?
Ma se sono così pochi, inadeguati, così inesperti, così poco
contestualizzati rispetto all’ambiente scolastico, rispetto a loro,
come potrebbero insediargli il posto, come potrebbero metterli in
difficoltà rispetto alla loro aspettativa dirigenziale…? Sarebbero
costoro dei raccomandati? No. Degli avvantaggiati? Nemmeno! Allora
perchè ingenerano così tanta "preoccupazione"?
Certamente affermazioni del tipo: sono docenti che “ci provano”; che
solo in parte in “buona fede” hanno presentato domanda senza sapere di
non averne i titoli; che cercano di “strappare al Parlamento la solita
sanatoria”, mi sembrano un dire tanto e forse, di più!
Vorrei invitare pertanto, ad un clima distensivo dai toni più pacati e
riflessivi, su quella che è stata la politica e la metodica del
reclutamento scolastico a tutti i livelli nell’ultimo trentennio e
parafrasando, invitando solo coloro che non hanno peccati, a "scagliare
la prima pietra".
Daniele Alabiso
da.alabiso@alice.it