“VERGOGNA” a
politici e sindacati. Ci sentiamo svenduti, umiliati, mortificati,
privati della nostra dignità. Dimettetevi se non siete in grado di
rappresentarci, altrimenti governate gli interessi dei siciliani.
Sotto varie maschere si nascondono altri provvedimenti per la
definitiva estinzione dei precari del Sud, da qui al 2014. Di fatto
l’inizio risale al 2009, ma ci sono tutti i presupposti per pensare che
tale disastro durerà fino al 2014. Altro che pareggio di bilancio, qua
stanno perdendo la dignità, precari, famiglie e la Sicilia intera, in
un Mezzogiorno agonizzante per mancanza di decisioni di veri leader
politici e sindacali, incapaci di invertire un Trend che dura da troppo
tempo a vantaggio del Nord.
E mentre al Nord i contingenti stabiliti dal MIUR assicurano quote
significative di stabilizzazione per il personale ATA dalla Graduatoria
dei 24 mesi, al netto delle quote accantonate per la Mobilità verticale
e della quota prevista per i docenti inidonei, in Sicilia, regna lo
sconforto tra assistenti amministrativi e assistenti tecnici e
l’ulteriore conferma che siamo nelle mani della Lega Nord e della
mafia, che costringe gruppi di precari del Sud ad incatenarsi davanti
agli Uffici Scolastici, a lamentare attraverso i blog il dissenso verso
l’ulteriore disfatta politica e istituzionale di governi regionali e
sindacati, costretti a prendere atto del loro inesorabile fallimento.
Nel frattempo collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e
tecnici, piangono l’ulteriore occasione perduta e provano ad
elemosinare un posto di lavoro su scala nazionale, ad elemosinare,
badate bene, diritti sanciti dalla Costituzione e dall’Unione Europea
in violazione dei principi comunitari e della Carta Costituzionale, in
evidente disparità di trattamento rispetto ai colleghi del Nord.
Povero Mezzogiorno, quale destino si propina all’orizzonte, mentre
Sindacati, politici regionali, associazioni sembrano imbottigliati,
inermi, incapaci di contrastare l’unica vera forza di governo, la Lega
Nord, capace di sovvertire, equilibri sociali, culturali, le stesse
decisioni del Presidente del Consiglio e del Parlamento, in una
democrazia che sa più di regime che di libertà, va spegnendo le ultime
speranze della scuola pubblica, come un malato terminale ormai alla
fine dei suoi giorni.
La scuola così ha i giorni contati.
Che intervengano urgentemente coloro che ne hanno titolo, ad ogni
livello, per garantire agli italiani un’istruzione di rango
internazionale, livelli di occupazione su tutto il territorio nazionale
a discapito di quel 30% di disoccupati che nel Mezzogiorno fa piangere
migliaia di famiglie, superando la stessa % di disoccupati che su scala
europea, si posiziona a livelli più bassi.
Altro che piano per il Sud, i principi di libertà e solidarietà,
rappresentano i baluardi della democrazia di questo paese, e dalla
Sicilia al Nord Italia non possiamo certo sentirci tutti
italiani.
Il divario tra Nord e Sud è destinato a crescere e lo stesso
federalismo fiscale, che la lega Nord tanto sbandiera, sembra non avere
futuro, se non saranno dotati Enti locali e Regioni delle dovute
risorse, se non saranno gestite diversamente le Province limitandone
gli sprechi, ma senza ridurne il peso istituzionale sul territorio,
ovvero sopprimendole.
E’ il nostro governo regionale, che deve far valere quello Statuto
Speciale, unica vera garanzia per lo sviluppo e la costruzione di una
Sicilia vera, che dovrebbe fare scuola di autonomia a tutta Italia,
rimane inesorabilmente imbrigliato nelle grinfie di un Partito di nuova
generazione, capace di dettare le fantomatiche regole al Paese .
A loro si rivolge un appello, forse l’ennesimo, con la speranza, che si
guardi in faccia il problema, per evitare che precari della scuola come
qualunque altra categoria sociale di questa Sicilia, non sia costretta
a ricorrere a forme estreme di protesta incatenandosi, facendo scioperi
della fame o quant’altro. Ciò non rende onore a nessuno, ciò toglie
credibilità alla classe politica e sindacale, alla Sicilia e al
Mezzogiorno d’Italia a tutto vantaggio del Nord Italia.
Mario Di Nuzzo
mario.dinuzzo@libero.it