Mancano poco
più di quindici giorni alla riapertura delle scuole, ma nessuno sa cosa
troveranno gli studenti quando rientreranno nelle aule. Più che
cronache della Pubblica istruzione di un Paese civile, gli articoli di
questi giorni somigliano a bollettini dal fronte. Mancano ancora 30mila
insegnanti e 36mila precari che dovrebbero essere immessi in ruolo
stanno come foglie nell'uragano.
Per accontentare la solita Lega, la ministra Gelmini ha combinato un
pateracchio senza precedenti nella storia della scuola italiana. Per
evitare che nelle scuole del nord arrivino i supplenti meridionali che
ne hanno diritto in base graduatoria, il governo ha deciso che d'ora in
poi si terrà conto di due diverse graduatorie, col risultato che adesso
nessuno sa più chi deve andare insegnare in un posto e chi invece, pur
avendone diritto, deve restarsene a casa.
Nemmeno della Fiat, la prima e più importante azienda italiana, si sa
più come andrà a finire. Il governo ha fatto tutto quello che
Marchionne gli chiedeva, l'ultimo regalo lo ha infilato nella manovra
economica retrodatando le nuove regole come chiedeva lui anche se è
materia che con il risanamento dei conti non c'azzecca niente. In
cambio non ha ottenuto proprio niente. Prima del referendum, Marchionne
ha raccontato per mesi che a Mirafiori si sarebbero costruiti i Suv:
adesso viene a dire che non sa più se gli conviene.
Nel bel mezzo di una crisi che rischia di colare a picco il Paese non
sappiamo nemmeno con quali misure il governo pensa di fronteggiare la
situazione. C'è un decreto che però fa schifo proprio a tutti,
maggioranza inclusa. Le alternative ci sono, noi le abbiamo pure
indicate voce per voce ma il governo non ne vuole nemmeno parlare.
Preferisce affondare pur di non toccare diritti e privilegi dei potenti
e dei disonesti.
Nemmeno il campionato di calcio si sa più se e quando e come inizierà.
E' solo una coincidenza, figurarsi, ma tante volte anche le coincidenze
rendono l'idea di un paese che da qualsiasi parte lo guardi naufraga
nel caos.
C'è un solo modo per ritrovare bussola e timone e cercare di salvare la
barca. Noi dell'Italia dei Valori lo diciamo da mesi e diventa ogni
giorno più vero: questo governo se ne deve andare. Subito. Prima che
sia troppo tardi.
(da http://www.antoniodipietro.com/).
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