Mancano poco
più di due settimane all’avvio del nuovo anno, tuttavia le scuole sono
molto lontane dall’essere pronte. A rompere le uova nel paniere degli
ex provveditorati, ora rinominati Ambiti territoriali provinciali, sono
le indistricabili questioni delle nuove assunzioni, dei supplenti e dei
dirigenti.
Di qui al 12 settembre, quando suoneranno le prime campanelle, dovranno
essere nominati 30 mila insegnanti a tempo indeterminato e 36 mila
amministrativi, tecnici e ausiliari. Da sistemare i presidi e i
reggenti, da assegnare le supplenze. Graduatorie permettendo.
I responsabili locali pagano scelte discutibili a livello centrale in
luglio e agosto.
La manovra, che fortunatamente, per ora, non tange più di tanto la
scuola, obbliga ad azzerare le procedure di trasferimento dei dirigenti
scolastici giù avviate. Nelle zone sottodimensionate, la guida sarà
affidata ad un reggente, vale a dire a chi è presiede già un’altra
scuola. Oltre a questa imposizione, però, sono ancora migliaia le
scuole senza un vertice che saranno controllate da un reggente, vista
l’impossibilità di eleggere nuovi presidi.
La querelle sulle graduatorie, poi, sfiora il farsesco. Quest’anno, le
nomine saranno effettuate per un terzo dalle liste dell’anno scorso e
per il rimanente su quelle nuove, come previsto dal decreto di sviluppo
approvato a giugno. Peccato che le graduatorie 2010/2011 siano già
state dichiarate illegittime dalla Corte Costituzionale. Quelle di
quest’anno sono sotto esame, ma molto probabilmente subiranno la stessa
sorte, aggiungendo caos a caos.
L’anno scorso, la bocciatura della Consulta portò a commissariare il
Ministero, costringendolo a inserire 3 mila supplenti nelle graduatorie
a pettine e non in coda come si usava fare. Docenti che ora chiederanno
il risarcimento per la mancata immissione in ruolo e il pagamento degli
stipendi arretrati, visto che la nomina è stata retrodata al primo
settembre 2010. Se ci avete capito poco, benvenuti nel sistema
scolastico italiano.
La Gelmini non si è ancora pronunciata ufficialmente, però qualche
dirigente ha già fatto partire la procedura per l’accantonamento delle
nomine fino al giudizio finale nel merito. C’è anche un po’ di
federalismo a bloccare il normale decorso degli eventi: infatti molti
dirigenti scolastici regionali stanno bloccando immissioni in ruolo,
soprattutto di supplenti meridionali, per affidare la cattedra
temporanea a dei locali. Anche qui ricorsi scontati.
Tirando le somme, c’è il rischio concreto che molte scuole partano con
qualche cattedra ancora scoperta e debbano poi orchestrare una
girandola di docenti per compensare gli effetti delle sentenze. Senza
contare il pericolo di partire senza un preside: piuttosto influente,
quest’anno, visto che le supplenze le decidono le varie scuole.
(da Oblioilblog)
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