E’ stato posticipato di tre giorni, dal 16 al 19 agosto,
l’ultimo
giorno utile per presentare la domanda di partecipazione al concorso
per dirigente scolastico a causa di inghippi tecnici al sistema
informatico che ha sostituito del tutto il vecchio supporto cartaceo.
Le proteste di tanti docenti che non riuscivano a entrare nel sito del
ministero hanno consigliato la deroga, ma con un semplice
comunicato, mentre in G.U. la data ultima rimane sempre quella del 16
agosto. Una nuvola tecnica all’orizzonte del concorso che potrebbe
allargarsi, constatato che ad alcune categorie di docenti, come ai prof
di educazione fisica, è stata negata la partecipazione perché non
in possesso della laurea magistrale, il biennio cioè di
specializzazione universitaria, o della laurea quadriennale col vecchio
ordinamento. “Se siamo abilitati per insegnare perché non lo dovremmo
essere per fare i presidi?”, dicono con amarezza gli interessati e già
molti affilano le carte bollate per i ricorsi, visto pure che nel
precedente concorso, quello del 2004, oltre una trentina sono oggi
presidi, dopo il varo della Legge 202/10 che ha permesso a tutti di
superare la prova per annullare quella precedente, senza il prescritto
titolo di laurea. Riflessione pertinente se l’Avvocatura dello stato
non fa il suo dovere, quello cioè di verificare i loro titoli dopo la
sospensiva ottenuta dal Tar su una fondamentale prescrizioni del bando
che consentì di partecipare comunque al concorso. E nulla tuttavia
toglie che la richiesta di una sentenza definitiva possa partire
perfino da qualche preside che si vedrà scavalcato nelle graduatorie, e
quindi nella assegnazione della sede, proprio da uno di questi suoi
colleghi in difetto legale. In ogni caso i 237 posti di dirigente
scolastico assegnati alla Sicilia con questo ultimo concorso potranno
essere coperti solo dopo la sistemazione degli attuali presidi
cosiddetti “congelati” i quali nel frattempo hanno tutti superato
le prove previste dalla Legge per aggirare l’annullamento, insanabile e
sostanziale, decretato dal Cga di Palermo. Ma anche per loro nulla di
definitivo, dal momento che si attende la sentenza di costituzionalità
della legge medesima, la 202/10, fatta ad hoc e nel breve volgere
di qualche giorno. E se venisse dichiarata incostituzionale si potrebbe
verificare un cataclisma legale senza precedenti perché coinvolgerebbe
l’assegnazione dei posti del nuovo concorso, la richiesta di danni e
l’implementazione di nuove cause e ricorsi, con un avviluppamento
legislativo senza fine.
Pasquale
Almirante
- La Sicilia del 21 agosto 2011