Vorrei
sdrammatizzare tutta questa faccenda dei voti più alti al Sud rispetto
al Nord. Porto la mia esperienza sugli esami di maturità o di Stato,
come si chiamano oggi. Non sono i pochi 110 e lode in più che
determinano tutta la catastrofe di cui si vuol far credere.
Sono andato in pensione nel 2009, dopo 45 anni vissuti per la scuola.
19 anni docente di Matematica e Fisica in un liceo scientifico e 26 da
Preside . Fin dalla nascita dell'Esame di Stato, " modello
sperimentale" , introdotto dal bravissimo on Sullo ho iniziato dalla
città di Crema, Istituto Magistrale, l'anno successivo a Milano , liceo
Scientifico, e intercalando , come rappresentante di classe, ho
partecipato a commissioni del centro Nord, anche se allora la diaria
era appena di 19 mila lire. Ma volevo confrontarmi e conoscere le città
del Nord. Ciò mi ha consentito di conoscere ottimi colleghi con i quali
sono fino ad oggi in contatto.
Per essere più preciso, sono stato a Perugia, altre due volte a Milano,
due a Torino, a Sondrio, Varese. Mestre ecc. Intercalate con esami
nelle scuole siciliane, essendo di Lentini. Ebbene , tenuto conto che
la valutazione finale veniva effettuata, tenendo conto e del giudizio
di ammissione e dei voti riportati agli esami , nelle commissioni del
Nord si usava un metro più rigoroso di valutazione: Con una media al di
sotto del cinque , nelle prove di esame, si dichiaravano non promossi.
Nelle scuole del sud si doveva scendere al di sotto del quattro. Noi
meridionali usiamo un atteggiamento familistico, siamo più
accondiscendenti. Ciò avviene in tutti i campi, non solo nella scuola.
Carabinieri, Polizia stradale, vigili urbani che operano al sud, anche
se sono stati al Nord, dove vige un maggior rigore, applicano criteri
più blandi. Ciò non significa che gli studenti sono più capaci gli uni
rispetto agli altri. Le intelligenze ci sono al Sud come al Nord.
Certamente , nessuno può disconoscere che noi abbiamo più inventiva e
autonomia nel prendere decisioni.
Tuttavia, credo che nemmeno i famosi test standardizzati, riusciranno a
determinare valutazioni più omogenee.
UN 110 e lode in più non credo che sia così sconvolgente come vanno
sbandierando gli Assessori all P.I delle province o Regioni del
Nord.Non sono i 110 che poi determinano le carriere dei giovani.
Possono creare dei piccoli vantaggi, ma se non si è capaci verranno
persi nel prosieguo degli studi.
Giuseppe Moncada
giuseppe.moncada@tin.it