Caro
Presidente, a Lei, che è il garante della nostra Costituzione propongo
una
questione non personale (non soltanto), che ritengo assolutamente
anticostituzionale:
a causa del blocco degli scatti di anzianità, fino al 2013, stabilito
dalla Finanziaria 2011-2013, entrata in vigore lo scorso 31 maggio, con
la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge sono previsti
meno mille euro lordi l'anno per un collaboratore scolastico o un
assistente amministrativo, da 2.500 a 3mila euro in meno per gli
insegnanti. È questo il "versamento" - medio - che pagheranno i
lavoratori della scuola.
Si tratta praticamente, una "doppia manovra", che si connette al già
dichiarato stop ai rinnovi dei contratti, 2010-2012, che per professori
e amministrativi significa, secondo le prime stime Uil Scuola e Flc
Cgil - altri 1.500 euro in meno a fine
triennio.
Sopporteremo, invece, dal 1° gennaio 2011, un taglio del 5% (circa 400
euro l'anno) della retribuzione di parte variabile, e, più di ogni
altra cosa, come insegnanti e Ata, il blocco del rinnovo del contratto
triennale. Una misura che "pesa molto", come ha spiegato al
Sole24Ore.com il presidente nazionale dell'Anp, Giorgio Rembado, perché
significa «rinviare di altri 3 anni la partita della perequazione
esterna con la dirigenza statale dell'Area 1, con un gap in busta paga
che arriva fino a 2mila euro lordi al mese».
A pesare di più (come prevedibile), è il blocco degli scatti
d'anzianità (dal 2011 o dal 2012 che sia), il quale, secondo stime
sindacali, toccherebbe circa 254mila unità, che dovrebbero invece
scattare di fascia nei prossimi 2/3 anni, con un risparmio per l'Erario
di circa 340 milioni l'anno. Una situazione che si prospetta, al
momento, «senza possibilità di recupero». La norma infatti prevede un
"allungamento", per legge, di 2/3 anni della "carriera" del personale,
con la conclusione, che un dipendente scolastico (docente o Ata) con
un'anzianità di servizio di 5 anni per passare al "gradone" successivo
anziché aspettare 2/3 anni, ne dovrà aspettare cinque o
sei. Ciò, ha spiegato al Sole 24 Ore.com il segretario nazionale della
Uil
Scuola, Massimo Di Menna, vuole dire che per un docente di scuola
materna ed elementare, con 15-20 anni di anzianità di servizio, con una
retribuzione mensile lorda di 2.146 euro, si profila una perdita,
sempre lorda, annua di ben 2.528 euro (-9,9 per cento). Una
percentuale, ha aggiunto, che il Governo ha pensato per magistrati,
manager pubblici, alti dirigenti statali.
Senza considerare poi che il congelamento delle buste paga, compreso il
salario accessorio, avrà "effetti" (per tutti) anche sul versante
previdenziale, con "sforbiciate" alle pensioni, che possono arrivare,
per le retribuzioni più alte, anche a un -20 per cento.
Ma se è vero com’è vero che SIAMO TUTTI UGUALI DI FRONTE ALLA
COSTITUZIONE CIVILE DEGLI ITALIANI, come si spiega che soltanto alcuni
di noi insegnanti, in questo preciso momento politico ed economico, in
alcune precise (e sfortunate) fasce degli scatti di anzianità, debbano
SUBIRE?Le chiediamo che venga rivisitata e modificata la legge che ci
riguarda.
La ringrazio per l’attenzione.
Bianca Fasano
(Insegnante, giornalista e scrittrice. -Cicero Pro Domo Sua)
parmenide2008@libero.it