Stop alle
festività infrasettimanali, infatti, con la manovra finanziaria saranno
spostate sul lunedì. La norma prevede appunto lo spostamento sul lunedì
delle festività infrasettimanali "non concordatarie", quindi fatte
salve le festività religiose. Da questa decisione governativa, saltano
tutte le ipotesi di ponti festivi, tanto care a tutti quei docenti che
con scrupolosa e lecita attenzione al calendario, ottimizzavano la
scelta del giorno libero da richiedere al Dirigente scolastico. Dai
ponti festivi passiamo ai ponti in cemento armato, più precisamente al
ponte sullo stretto di Messina. Anche in questo versante le cose non
vanno bene, infatti, il consorzio Eurolink, composto dalle imprese
vincitrici dell’appalto del Ponte, lo scorso 15 aprile ha comunicato
per iscritto la messa in mobilità al capocantiere, all’addetto alla
contabilità, a quello amministrativo, e ad altri dodici dipendenti
sparsi tra Calabria, Sicilia e Milano. Si tratterebbe di una sorta di
licenziamento cautelativo delle maestranze, che la società giustifica
rifacendosi all’approvazione del progetto definitivo, ancora sotto
esame. Del resto secondo la Commissione Europea, che ridefinisce i
grandi corridoi per lo spostamento di uomini e merci, la priorità non
va più all’asse Berlino-Palermo (e dunque al ponte sullo Stretto),
bensì a quello Helsinki-Valletta: dalla Finlandia si scende via terra
fino a Bari, e poi si prosegue fino a Malta lungo un’”autostrada del
mare”. Quindi se a settembre l’Europa deciderà di spostare i contributi
sull’asse Helsinki-Valletta sarà ancora più improbabile, di quanto già
non lo sia oggi, che il ponte di Messina venga costruito. Nella
delicata situazione finanziaria in cui ci troviamo, per l’Italia sono
tempi duri per fare ponti di qualunque genere.
Aldo Domenico
Ficara
aldodomenicoficara@alice.it