Lo dice Europa 2020:
per battere la crisi e tornare a crescere dobbiamo investire in
istruzione. Occorre promuovere una crescita inclusiva che non lasci
indietro nessuno. La Germania ha riunificato il Paese grazie a
imponenti investimenti in asili, scuola e università. Paesi emergenti
come Brasile e India stanno riducendo il gap investendo in istruzione.
Obama nel tempo della crisi che morde, con il “No Child Left Behind
Act” ha deciso di investire nella formazione degli insegnanti per
alzare i livelli di apprendimento e contrastare l’abbandono scolastico,
per far sì che nessun bambino americano sia lasciato indietro. Il
nostro è l’unico Paese dove il governo scrive con chiarezza nel Def che
il già magrissimo investimento del 4,2% del Pil, che rende l’Italia
fanalino di coda tra i Paesi Ocse (dietro di noi c’è rimasta la
Slovacchia, davanti a noi persino l’Estonia), continuerà a scendere
fino al 3,4% del Pil nel 2025.
La mannaia che si è abbattuta sulla scuola e sui bilanci degli
enti locali nel triennio berlusconiano aggravata dall’ultima manovra,
avrà un costo sociale e democratico immenso. Abbandonare oggi i più
svantaggiati, significa una spesa enorme domani per tentare di
includerli con risultati incerti. Il costo dell’educazione negata a
troppi bambini e bambine tra 0 e 6 anni, non verrà ma più recuperata
nella vita. L’assenza di scuole tecniche e professionali di qualità
verrà pagato dalle nostre aziende. Lo scempio compiuto ai danni della
scuola pubblica rappresenta il disegno politico del governo contenuto
nella manovra stessa: un Paese diviso tra ricchi e poveri. Come scrive
Vertecchi, mentre in Europa si incrementa il tempo scuola da noi si fa
il contrario. Mentre si fa un po’ di scenografia con le Lim, si
distrugge il tempo pieno, si sbarrano porte e portoni delle scuole alle
12.30, si torna ai grembiulini e ai 5 in condotta, si sottraggono gli
insegnanti con le competenze necessarie per l’insegnamento
dell’Inglese. Il Pd si è opposto con tenacia a questo disegno, in
Parlamento e nel Paese. Continueremo a farlo con le nostre proposte
alternative a una manovra che uccide, insieme alla crescita, il sogno
contenuto nella nostra Costituzione che vede nella scuola pubblica
l’ascensore sociale del Paese, l’unico strumento di uguaglianza e
libertà, dove «i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi devono
poter raggiungere i più alti gradi di istruzione». Per promuovere nuova
crescita, occorre invertire il segno e investire nell’istruzione e
nella ricerca. Il Pd ha proposte serie e sa come intervenire. Sono
proposte condivise con tutti gli attori della scuola e poi votate
all’assemblea nazionale di Varese. Continueremo a discuterle alla Festa
Nazionale della scuola a Modena dal 25 agosto al 19 settembre. Per
salvare l’Italia dobbiamo andare avanti insieme con coraggio.
(da L’Unità)
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