Un’altra
grottescheria del Miur avanza a passi veloci dentro gli stivali del
Decreto del 4 agosto 2011 con cui definisce non solo la data della
prova d'accesso per la laurea in Scienze della Formazione Primaria, ma
anche i contenuti della prova e i criteri di valutazione, mentre
con il Decreto del 5 agosto 2011 ha messo in palio 5.151 posti
disponibili nelle varie Regioni, a cui gli aspiranti possono
accedere dopo il superamento di una prova per selezionarli. Fra l’altro
la laurea in Scienza della formazione è abilitante per
l’insegnamento nella scuola primaria e dell'infanzia, come ben sanno i
quasi 20mila già in possesso di tale prescritto titolo ma che
hanno avuto il grave torto di nascere un anno dopo i loro colleghi i
quali si poterono iscrivere ai corsi autorizzati fino al 2007 perché
quelli successivi non hanno avuto dignità di rappresentazione legale,
tanto che la razionale e corretta legge che li voleva assimilare
in un unico diritto è stata cassata, proprio dai funzionari Miur o da
chi per loro, dal Decreto sviluppo approvato sempre col voto di Fiducia
(come è costumanza regolare del Governo in carica) qualche mese fa.
Una azione indecorosa quella che non ha reso giustizia dei sacrifici di
tutti costoro che si sono fidati dello spirito legalitario di questo
Governo, più propenso a dividere e innescare lotte fra poveri e
diseredati che ad appianare le contraddizioni come un esecutivo
"responsabile" dovrebbe fare. Ebbene dopo tanta disonorevole scelta il
Miur ha oggi il coraggio di bandire un concorso per abilitare 5.
151 docenti all’insegnamento nella scuola primaria e dell’infanzia,
elargendo quindi un titolo di cui già tanti docenti sono in possesso,
ma a cui il Governo non ha dato credito né valore. Una grottescheria
così grottesca di cui ci mancano perfino i precedenti, anche perché il
ministero non ha saputo dire cosa a questo punto dovrebbe fare questa
piccola schiera di professori che lo Stato ha abilitato dopo il 2007 e
anni seguenti fino a questo in corso. L’unica spiegazione
possibile la rintracciamo nel fatto che il Miur voglia finanziare le
università con la retta dei nuovi aspiranti e tenere occupati i suoi
docenti, così come ha fatto con coloro che si iscrissero dopo l’anno
accademico 2007, per poi mandare al macero il titolo e le speranze dei
5.151 studenti di questa tornata di abilitazione e delle successive,
così come ha fatto coi ventimila circa a cui ha cassato il diritto di
entrare nelle GaE. Perché a questo punto il problema resta, benché
qualcuno dovrebbe risolverlo e rispondere agli interrogativi: che fine
faranno i già abilitati in scienza della formazione primaria ma esclusi
dalla GaE col colpo di mano della maggioranza parlamentare? Per mettere
in palio 5151 posti, suddivisi nelle varie regioni, significa che c’è
la disponibilità di un uguale numero di cattedre, così come la Legge
sulla Formazione iniziale dei docenti recita, e se è così non sarebbero
già “occupati” da chi possiede il titolo? Tranne che i già
abilitati dopo il 2007 non sono ritenuti tali, sia in rapporto ai loro
colleghi più vecchi e sia in rapporto ai loro colleghi più giovani,
creando quindi uno stagno condannato a diventare un pantano in attesa
che evapori del tutto come è nelle intenzioni di questo ministero le
cui grottescherie sono diventate così grottesche da superare perfino il
grottesco stesso.
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org