Ppi non parrari sempri
di scola, macari ‘na ‘stati…vi racconterò una storia fantastica …
d’altri mondi, che ho appreso nelle mie lunghe notti bresciane e che
adesso, dal mio “buen retiro” do Chianu Duca, dedico a tutti i colleghi
in vacanza, che attendono un nuovo anno scolastico irto di tagli e di
battaglie.
Dedico, anche, ad un mio caro amico che aveva il coraggio di guardare
il mondo e la storia “al di là del recinto”…
Come i pionieri del vecchio West che, nel secolo scorso, si spingevano
verso terre ignote in cerca d’oro e d’avventura, così anch’io sono alla
continua ricerca di mondi e di orizzonti nuovi. Perché la conoscenza è
il sale della vita. Permette di discernere le culture e le identità dei
popoli e di toccare il cuore dell’umanità. Concede udienza ai bagliori
delle contaminazioni e delle imperfezioni. Dalla conoscenza possiamo
trarre soluzioni all’eclisse della ragione e ridare fondamento alla
ricchezza delle primigenie. Ed il particolare e l’irripetibile sono
giacimenti aurei da cui attingere per salvare il mondo. Sono le
dissonanze il verbo dell’avvenire, da coniugare con la tolleranza e la
comprensione. Cercare con le mani pronte e la mente libera. Seguire la
luce del volere e del sapere. Una scia smisurata di storie inedite e di
leggende fantastiche, di avvenimenti segreti e di fiabe immaginifiche,
di miti e di racconti di uomini e di terre lontane.
La mitologia è l’infanzia di una civiltà, il sogno di un popolo.
Visioni e narrazioni dell’inizio di tutto. Della nascita della terra.
Il culto delle origini. Fantasticherie oniriche e storie misteriose.
Eliot sosteneva che “nessuna cultura
può comparire e svilupparsi senza una religione e la cultura di un
popolo è l’incarnazione della sua religione”.
La mia cara amica, l’altra sera, mi ha raccontato una favola oscura, un
messaggio cifrato delle origini del mondo. Mi ha iniziato alla
conoscenza della mitologia norrena.
Credenze religiose appartenute ad antichi popoli del nord Europa,
trasmesse oralmente da generazione in generazione e giunte sino a noi
attraverso il ritrovamento di alcuni testi redatti in epoca medievale.
Tradizioni che sono durate a lungo, anche dopo il Medioevo, e che sono
sopravvissute, in alcune aree interne, fino ai giorni nostri.
“Ecco il ruscello
Urd dove vivono le Norne, le profetiche.
Una di loro era troppo vecchia e decrepita, fu chiamata Urdhr: il
passato; l'altra era una persona di mezza età, il suo nome era
Verdhandy: il presente; la terza era una giovane ed è stata nominata
Skuld: il futuro.
Sulla parte superiore della cenere Yggdrasill, chiamata Lerado, si
trovava un'aquila gigantesca e sui suoi rami saltava su e giù uno
scoiattolo, Ratatosk. A proposito di Lerado, nel punto più alto di
Asgard, vi è il trono del Signore del mondo e il più antico degli dei:
Odino. Da questo trono egli può vedere tutto quello che accade in
Asgard, a Midhgard e, persino, nel lontano Jotunheim.
Odino, il padre degli Asi, è il più saggio di tutti. Una volta, in
gioventù, era andato dal gigante Mimir a chiedere il permesso di bere
l'acqua dalla sorgente. “Non è possibile, non è gratis. – rispose il
gigante – Ma dimmi, però, cosa mi dai in cambio?”. “Tutto quello
che vuoi. – disse Odino – Non rimpiango nulla, perché la saggezza
è il bene più prezioso”. Il gigante Mimir gli disse: “Allora
dammi il tuo occhio destro”. Odino in un primo momento esitò, ma poi
rispose: “Va bene, Mimir, accetto. Un uomo intelligente vede anche con
un occhio solo, più che uno sciocco con due”.
Da allora, Odino, rimase con il solo occhio sinistro, ma con tanta
saggezza. E per gli antichi scandinavi la saggezza era inscindibilmente
legata alla poesia. E Odino, quindi, era anche il patrono del
poeti. Per il dio Odino, che aveva bevuto dal ruscello della saggezza,
non esistevano più segreti, nel presente e nel futuro.
Sulle spalle del Signore del mondo dimorano due corvi: Gughin e Munin,
che rappresentano, la memoria e il pensiero, e vicino alle sue gambe vi
sono due lupi, Gheri e Freki. Gughin e Munin ogni giorno sorvolano la
terra, e Gheri e Freki, ogni notte, correre intorno alla terra per dire
al padrone tutto ciò che hanno visto e sentito. Odino ama camminare e,
spesso, sotto le spoglie di un povero vecchio vagabondo con un cappello
a tesa larga e un mantello azzurro, vaga per il mondo e capita male a
qualcuno che, dimenticando le leggi dell'ospitalità, lo vorrebbe
allontanare dalla sua casa.
Odino ha il capo coperto di un casco alato d'oro e nella mano destra
tiene una lancia, Gungnir, che lanciata contro un bersaglio, con un
colpo solo, lo colpisce a morte sicura. Il Padre degli dei, sul suo
stallone grigio con otto zampe, Sleipnir, potrebbe galoppare, non solo
sulla terra, ma anche nel cielo. Egli va spesso per il mondo, viaggia
intorno alla terra, invisibile alle persone e partecipa alle loro
battaglie, decidendone l’esito finale in favore dei più degni e
valorosi guerrieri.
Il dio Odino viene appeso, immobile, all'albero del mondo, Yggdrasil,
per nove giorni, senza cibo e acqua e ferito da una lancia inflitta dai
suoi. Il sacrificio di Odino sull’albero, non è un tentativo di salvare
l'uomo dal peccato, ma di espiare i peccati del mondo. Odino è
l’albero, rappresenta il libero arbitrio. Nella visione nordica del
mondo non esiste il peccato originale. Odino non è il Messia. Non vi è
alcun Messia. Il sacrificio di Odino ha altre ragioni. Egli rimane
appeso sull’albero solo per se stesso, per ottenere saggezza e forza.
La saggezza è la ricerca dei segreti nascosti dell'universo, dei
misteri profondi, dell’estasi.
Il Messia, invece, è una divinità oscura e demoniaca che molti temono.
Odino è, piuttosto, un esempio da seguire. La sua continua ricerca del
sapere e del potere, senza compromessi, può insegnare a noi tutti i
segreti che lui solo conosce. Egli può diventare il nostro maestro e
mentore. Il dio Odino non ci salva dal peccato, ma ci può rivelare la
conoscenza e il potere, ci può donare la possibilità di una apertura
magica alla iniziazione.
Lui ci può insegnare come sbarazzarsi delle debolezze e delle
incertezze. Imparando dalle rune, dai loro segreti. Le rune hanno una
forma chiara all’esterno, ma un contenuto oscuro all’interno.
In tutte le varie epoche, i maghi hanno cercato di trovare il
significato nascosto delle rune, imparando e imitando da Odino e dalla
sua volontà di ferro.
Oltre Odino, ad Asgard, vivono altri Asi . . .”
Angelo
Battiato (inviato speciale a ...... per adesso do chianu a
duca)
angelo.battiato@istruzione.it