In merito alle
proposte per un piano di dimensionamento scolastico da mettere in
atto secondo le indicazioni dell’art.19 del D.L. n.98/2011
relativo alla manovra finanziaria occorre precisare alcuni aspetti che
non dovranno essere trascurati.
La presenza della scuola nel
territorio, anche se piccolo e di montagna è una presenza che non dovrà
essere messa in discussione, indipendentemente se l’istituzione è
autonoma o aggregata ad un’altra istituzione.
A garanzia del servizio, anche nelle scuole piccole e di montagna, come
sostiene il preside Gioieni di Castiglione di Sicilia, occorre
assicurare che sia garantita la presenza di tre assistenti
amministrativi e due collaboratori per plesso.
La sicurezza dei bambini è prioritaria su tutte le norme di risparmio e
due “bidelli” sono indispensabili specie per la turnazione nel servizio
mattutino e pomeridiano e a garanzia della presenza assicurata in caso
di momentanea assenza di uno di essi.
L’ufficio di segreteria, non può restare sguarnito di personale e
possono esserci dipendenti che fruiscono della Legge 104, eventuali
imprevisti e malattie che bloccherebbero l’attività
amministrativa della scuola, specie in particolari momenti dell’anno
scolastico: iscrizioni, prove Invalsi, valutazioni quadrimestrali ed
esami.
La fusione tra le due istituzioni che
finora sono state distinte non implica necessariamente un mescolamento
di alunni e docenti, ma potrebbe anche bene funzionare , se le
strutture non lo consentono, in plessi separati, garantendo una
progettualità didattica condivisa ed unitaria .
Certe forme di istituti comprensivi solo di formale istituzione,
aprendo una classe o un corso di elementare o di media non contribuisce
alla qualità del progetto e mortifica anche il lavoro dei docenti che
non potranno avere una cattedra completa che si ottiene con tre
corsi (nove classi) di scuola media, mentre se si apre una classe
di scuola elementare occorrono cinque anni per garantire la
continuità del ciclo.
Delle future 32 unità scolastiche
della città di Catania, da rendere tutti “istituti comprensivi”
di circa mille alunni ciascuno. in relazione ai 31.655
alunni iscritti nelle scuola di primo di grado, 14
scuole restano invariate e quindi non hanno necessità di modifiche o di
interventi, quel che si deve risolvere è come rendere comprensivi
le otto scuole medie e circoli didattici .
L proposta più funzionale è certamente
quella della “fusione” delle due attuali istituzioni, mantenendo
ciascuna la propria identità e fisionomia storica
La possibile aggregazione, potrebbe
avvenire ad esempio, unendo anche i nomi : “Alighieri-
Rapisardi” - “Carducci-Pizzigoni” “Verga-Leopardi”…come
proposto dal piano presentato all’Assessore alle politiche
scolastiche del Comune di Catania dall’ASASI. Tale proposta darà
certamente garanzia di continuità, non sconvolgerà i genitori,
abituati a portare i figli in quelle scuole, non scombinerà
l’organico dei docenti e renderà unificati soltanto
la presidenza e la segreteria, con un unico DSGA ed un solo dirigente
L’ipotesi di attivare una specie di “comprensivizzazione”
solo formale, aprendo alcune classi all’ordine di scuola non
presente nell’istituzione, nel tempo determineranno
confusione tra i genitori, per un pericolo di promiscuità non
certamente gradita nel vedere insieme i piccoli di sei anni ed i
grandi di 13 anni, oltre alle difficoltà di sistemazione
degli spazi, arredi scolastici, palestra e servizi igienici.
Fra l’altro per armonizzare l’organico dei docenti dei due
ordini di scuola occorreranno dai tre ai cinque anni per completare
l’organico delle classi e dare continuità e stabilità ai docenti , i
quali avendo poche ore saranno costretti a prestare servizio in
più scuole.
Delle future 32 istituzioni, secondo la proposta dell’Asasi , secondo i
numeri degli alunni frequentanti , nella prima municipalità si
potranno avere 8 istituzioni scolastiche , 5 nella seconda
municipalità , 4 nella terza e nella nona, 3 nella decima, 2
nella sesta, settima e ottava ed una sola istituzione nella
quarta e quinta municipalità.
Giuseppe
Adernò
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