Ottenere
l’assunzione a tempo indeterminato per 67 mila lavoratori precari della
scuola è stato in questi mesi l’obiettivo della nostra azione
sindacale; oggi, con la firma definitiva dell’accordo all’Aran,
possiamo dire di averlo finalmente raggiunto, vincendo mille difficoltà
e misurandoci fino all’ultimo anche con lo scetticismo di molti: è un
risultato davvero straordinario, a maggior ragione se si considera la
gravità dei problemi che il Paese è chiamato ad affrontare in queste
ore.
L’intesa di oggi era necessaria proprio per rendere sostenibile in
questo contesto l’obiettivo a cui abbiamo dato assoluta priorità: dare
certezza e stabilità al lavoro dei precari. Era anche indispensabile
agire in tempi brevi per avere, come volevamo, le assunzioni entro il
mese di agosto. Senza l’intesa non ci sarebbero state le immissioni in
ruolo.
Siamo assolutamente convinti che il “prezzo” pagato con l’accordo
sottoscritto sia ampiamente compensato dal risultato raggiunto.
L’intesa prevede che per i neo assunti il primo avanzamento stipendiale
(mediamente 50 euro lordi al mese) non avvenga al terzo anno di
anzianità ma al nono, quando si sommerà al secondo scatto, quest’ultimo
confermato nel suo valore attuale. Ma siccome la stragrande maggioranza
dei precari ha molta anzianità di servizio pregressa, che viene
recuperata perché non cambiano le regole per la ricostruzione di
carriera, l’attesa per lo scatto sarà in tantissimi casi molto breve,
se non addirittura inesistente.
Nessun diritto dei lavoratori è stato violato: parliamo infatti di
norme contrattuali, quelle sugli scatti, più volte modificate anche in
passato nei contratti; l’accordo, del resto, prevede esplicitamente che
tale modifica operi fino al prossimo rinnovo contrattuale. Il dato vero
è che la CISL, ancora una volta, promuove un diritto fondamentale,
quello al lavoro.
Sono state tante in questi mesi le polemiche di cui siamo stati fatti
oggetto, accusati di sparare cifre inverosimili sulle assunzioni
(qualcuno le ha chiamate “spot elettorali per il governo”) o, al
contrario, di aver fatto accordi al ribasso, dimenticando in questo
caso che un numero di assunzioni così abbondantemente superiore al turn
over non è stato mai ottenuto nella storia della scuola italiana.
Oggi sono i numeri a dire chi aveva ragione, chi si è limitato a fare
comizi e chi, invece, ha lavorato per tutelare davvero gli interessi
dei lavoratori.
Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola