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Costume e società: Le nuove generazioni ed Internet

Opinioni
Di Giulia Tanel – Libertà e Persona 

 

“Internet per tutti” è il ritornello della pubblicità di un noto operatore telefonico, e questa volta non è possibile esimersi dal confermare la veridicità dello slogan. Le persone che si connettono quotidianamente ad Internet sono infatti in continua crescita, e questo per due motivi: da un lato, vi sono moltissime offerte sulle connessioni e vi sono sempre più luoghi dove è possibile connettersi free tramite Wirelles; dall’altro, ormai anche i bambini dell’asilo hanno accesso ad Internet. Ed è questo il dato preoccupante e su cui bisognerebbe riflettere.
Come devono comportarsi i genitori nei confronti dei figli che manifestano la voglia di navigare sul Web? Perché i bambini hanno bisogno di utilizzare Internet ? Cosa trovano i ragazzini in rete?
Il ruolo dei genitori.
Per prima cosa è necessario affermare che non tutte le nuove tecnologie con cui vengono a contatto i bambini sono a priori nocive. Se usate nelle giuste proporzioni e con la compagnia di un adulto, la visione della televisione o l’uso del computer e di tutte le altre strumentazioni di ultima generazione possono essere una fonte educativa di notevole rilievo. E’ vero, sono un’opportunità che fino a qualche decennio fa non c’era, ma hanno certamente degli aspetti positivi. Solo se usati correttamente, però.
Le cose che i genitori dovrebbero fare quando si trovano ad affrontare la richiesta dei figli di usare Internet sono tre, ovvero: cercare di capire perché il figlio ha tale necessità (noia? Bisogno di non sentirsi escluso dal gruppo dei pari? Curiosità?) e responsabilizzarlo nell’uso (spiegare i pericoli della rete, quali siti vanno evitati, eccetera); mettere un filtro di protezione al computer, che blocchi determinati siti “pericolosi”: porno o simili; cercare il più possibile di connettersi ad Internet con il figlio e lasciarlo il meno possibile solo nell’esplorare il suo nuovo “giocattolo”.
Naturalmente il comportamento dei genitori va bilanciato in base all’età dei bambini o dei ragazzini.
Alle elementari (da povera illusa spero che all’asilo i bambini non sentano ancora la necessità di usare il computer) probabilmente i bambini vorranno semplicemente vedere qualche foto di animali carini, fare qualche piccola ricerca per scuola, o connettersi ad un sito dove è possibile trovare giochi gratuiti. In questo caso è sufficiente che i genitori mettano un filtro al computer e affianchino il più possibile i figli durante il periodo di connessione.
Quando i ragazzini sono alle medie, il problema diventa più ostico; questo sia perché i figli rivendicano una propria privacy (che è legittima, entro certi limiti), sia perché molto spesso questi piccoli adolescenti sono lasciati a casa tutto il pomeriggio e quindi il controllo di un adulto risulta essere assai complicato. Anche in questo caso, comunque, è necessario che i genitori mettano un filtro ad Internet; è poi importantissimo che essi abbiamo un dialogo con il figlio, che cerchino di responsabilizzarlo sulle cose che può trovare in rete e tentino di capire come mai il figlio voglia usare il computer e a quali siti è interessato.
Da dove nasce il bisogno di navigare in Internet?
Per i bambini, ma anche per i ragazzi delle medie, l’uso di Internet non è dettato da una necessità materiale, o comunque lo è molto di rado: fare una ricerca per scuola, scrivere ad un amico lontano… sono occasioni eccezionali. E allora perché sono sempre di più gli adolescenti e i pre-adolescenti che passano quotidianamente parecchie ore in rete?
Concentrandosi principalmente sui ragazzini delle medie, la risposta va molto probabilmente ricercata nel fatto che se a dodici anni non hanno Messenger (o una qualsiasi altra chat) e un profilo su Facebook vengono guardati storto dai loro coetanei e si sentono emarginati ed esclusi. Per i ragazzini in questa fascia d’età, che stanno cercando di costruire la propria identità, il giudizio degli altri è fondamentale: ecco perché si è pronti a sacrificare le proprie idee e a trasgredire le regole pur di conformarsi alla logica di gruppo.
Cosa trovano i ragazzini in rete?
La risposta a tale domanda necessiterebbe di una trattazione ben più ampia di quella che si intende svolgere qui ora, perché i siti disponibili su Internet sono innumerevoli e coprono pressoché ogni ambito dell’agire umano.
Soffermiamoci semplicemente ad analizzare due programmi piuttosto in voga tra i ragazzini di oggi: Messenger e Facebook.
Messenger è una chat. E’ sufficiente che il ragazzino si crei un Account per poter comunicare in maniera simultanea con chi entra in contatto con lui. Bisogna però fare molta attenzione che queste “persone” con cui il pre-adolescente si relaziona siano affidabili. Questo controllo è possibile impostando il limite di chattare esclusivamente con contatti che si conoscono, ma può però essere facilmente evaso, soprattutto se il ragazzino è spesso a casa da solo (o usa il computer chiuso in camera sua) e non è stato avvertito dai genitori dei possibili rischi del fare brutti incontri.

 

Purtroppo sono molti più di quelli che si pensano i ragazzini che decidono di incontrare dal vivo l’“amico” che hanno conosciuto in chat e finiscono con lo scoprire che non ha quindici anni come aveva detto loro… Facebook è uno dei Social Network più diffusi del momento. Crearsi un profilo è facilissimo: basta inserire i propri dati anagrafici, la propria mail, mettere nello spazio riservato una foto carina… e il gioco è fatto. Non servono autorizzazioni dei genitori se si è minorenni, non ci sono limiti d’età per iscriversi. Una volta che si è registrati nel database, è possibile ricercare i propri amici e stringere con loro amicizia virtualmente. Inoltre si possono pubblicare frasi, link o foto, che saranno visibili a tutte le persone con cui si è in contatto.

Obbiettivamente, “Faccia-libro” è stata una trovata geniale: dà l’opportunità di contattare altre persone, di fare pubblicità a determinati eventi, di condividere files interessanti… Come sempre, però, determinante è l’uso che se ne fa, e questo sotto due aspetti: il primo è che se ci si immerge troppo nella dimensione di Facebook si rischia di perdere tantissimo tempo e di valorizzare troppo la propria vita “virtuale” a discapito di quella reale. Il secondo motivo è che anche in Facebook, purtroppo, sono moltissimi i gruppi e i link che propongono idee e modelli di comportamento pericolosi, se non si è in grado di discernere consapevolmente (e un ragazzino delle medie di certo non ha ancora tale capacità). Si va, infatti, dai gruppi che propongono di “sparare sui bambini down”, ai “giochi” che incitano a fare il proprio testamento biologico… e se il rischio di farsi travolgere da cose più grandi di sé è enorme.

A ben vedere, si potrebbe aggiungere una terza motivazione contraria all’uso di Facebook da parte dei pre-adolescenti: un ragazzino di dodici e tredici anni dovrebbe aver voglia di uscire a giocare a calcio con gli amichetti, di relazionarsi, di muoversi… e non di rimanere ore chiuso in casa a giocare a “quando sarò in punto di morte voglio che mi siano fatte le seguenti cure”.









Postato il Mercoledì, 03 agosto 2011 ore 21:24:25 CEST di Marco Pappalardo
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