Un’ altra
performance ci è stata offerta da uno dei più ‘frizzanti’
ministri italiani. Renato Brunetta, in occasione del “Medioera”,
festival della cultura digitale di Viterbo, ha detto ancora una volta,
senza peli sulla lingua, quale sia la sua idea sui disoccupati
italiani. E così anche se non ci si reca direttamente al circo,
anche se non si paga un biglietto, può capitare di vedere sul palco un
ometto in giacca e cravatta munito di microfono che ne dice di cotte e
di crude. Peccato che lo spettacolo sia poco divertente e che gli
spettatori non applaudano, ma riservino al protagonista fischi e urla
di contestazione.
Neanche il tempo di presentare il Ministro che un gruppo di dissidenti
‘maleducati’ ha iniziato a fischiare durante la sua passerella sul
palco per raggiungere la postazione a lui assegnata. E quale migliore
appellativo poteva riservare Brunetta ai contestatori se non quello di
‘poveracci’? Alle contestazioni, infatti, Renatino ha risposto che
nell’età fiorente della sua gioventù, chi non concludeva in bellezza
l’anno scolastico, andava a lavorare tutto l’anno. Per il Ministro
invece nei tempi moderni la situazione è cambiata: agli italiani
piace stare a casa senza far nulla, fare i salti mortali per ottenere
un posto di lavoro e per arrivare a fine mese in condizioni dignitose.
Ai giovani italiani piace stare a casa dei genitori fino all’età di
trent’anni, se non oltre, senza la possibilità di crearsi una proprio
avvenire. Sono questi i ‘cretini’ di cui parla Brunetta.
Come se la disoccupazione fosse una loro scelta, come se si contestasse
perchè non si ha nulla di meglio da fare. Chi spiega a Brunetta
qual è la reale condizione in cui la maggior parte degli
italiani, dei giovani italiani, vive? ‘Voi non lavorate, siete
dei poveracci!’, dice. Se solo per un giorno scendesse dalla sua
poltrona in Parlamento si renderebbe conto che dell’ Italia virtuosa,
dell Italia del benessere, dell’ Italia che tanto ai politici
piace descrivere come una sorta di Paese delle Meraviglie, c’è ben poco.
Dietro l’ apparenza che si vuole dare del Bel Pese c’è una realtà che è
ben più marcia, che è ben più difficile. Questo lo sanno bene i
giovani, che studiano, consapevoli che qubllo che fanno varrà a
ben poco. Lo sanno bene gli operai che, privati improvvisamente
del loro posto di lavoro, si ritrovano a pensare come sacrificarsi per
mandare avanti la propria famiglia, per far crescere in modo dignitoso
i propri figli. Una realtà complessa che l’ italiano medio tocca con
mano ogni giorno, e che i politici avvertono a malapena attraverso
sporadiche contestazioni a cui si limitano rispondendo con insulti o
con promesse mai mantenute.
In questa situazione di perenne disagio, un elogio lo meritano i
cittadini, che non si rassegnano, che non si piegano ad una realtà
amara che li divora ogni giorno. La speranza di un futuro dona la
forza di affrontare la vita con una dignità che solo chi vive in
situazioni precarie conosce. Il lavoro nobilita l’uomo, si dice. E
questo gli italiani lo sanno bene.
(da http://www.caffenews.it di Valentina
Panico)
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